I FONTEGHI E I “FORESTI”. TUTTO FUORI CHE POLITICHE “ARCOBALENO”
Qualche storico continua descrivere Venezia come un esempio di quanto fosse all’avanguardia e aperta alle altre culture, confondendo un po’ troppo le politiche “accoglione” di parte di certa area politica di oggi, con la realtà della Repubblica veneta, ben salda nei suoi valori cristiani. Un esempio lo possiamo trarre dalla gestione dei ‘fonteghi’ (fondaci) dove si accoglievano persino i turchi, oltre ai ‘todeschi’, ma con regole molto ferree.
Intorno al 1200 (l’anno di nascita è incerto) in città viene creato il fontego (fondaco) dei Todeschi o Alemani che funzionerà da albergo di transito ed emporio per i mercanti tedeschi a Venezia: essi dovevano dichiarare i loro averi, consegnare le armi, sballare ed imballare tutto nel cortile dell’edificio per poi ottenere l’assegnazione di una stanza e un magazzino.
Il motivo per cui era nato il fondaco era semplice: consentiva un maggiore e più efficace controllo sui cittadini stranieri specie se di una certa importanza economica. E così sarà anche per il famoso “fondaco dei Turchi”.
La parola fondaco deriva dall’arabo funduq dove i mercanti stranieri alloggiavano e potevano immagazzinare le merci da scambiare e vendere. Infatti un sistema analogo era in uso a Bisanzio, che poi diventerà istambul, mantenendo gli scambi commerciali con Venezia e Genova.
“Questa specie di albergo magazzino che comprende una cinquantina di stanze e parecchi letti, una vasta sala da pranzo con due cucine, è, in effetti, il solo luogo in cui essi sono autorizzati ad intrattenersi quando sono a Venezia… “. Migliaia di stranieri che sciamano ovunque senza alcun controllo, come succede ai nostri giorni, per le autorità dell’epoca sarebbe stato inconcepibile. “Di notte sono rinchiusi a doppia mandata dall’esterno, e di giorno, non hanno altra distrazione che consumare in comune i pasti..”.
Distrutto da un incendio e poi ricostruito, nel 1318, viene ampliato più volte per il rilievo che la comunità tedesca ha nella vita economica dello stato veneto.
Nel Rinascimento non mi risulta che i mercanti avessero obbligo di dimorare e sostare nel fondego, anzi, diversi preferivano sostare altrove.