LA GRANDE DIPLOMAZIA VENEZIANA, COME NACQUE E I SUOI SCHEMI
Venezia era famosa (lo fu fino all’ultimo) per l’acutezza e l’intelligenza dei sui diplomatici, i quali erano addestrati a osservare e a riferire ogni cosa del paese che li ospitava:
Risale al 1219 il più antico dispaccio inviato da un ambasciatore veneto alla Repubblica: i diplomatici sono obbligati a riferire per iscritto ogni otto giorni su tutte le azioni, i movimenti, i progetti dei principi o re presso la cui corte sono accreditati in modo che a Venezia si sappia esattamente “lo stato del mondo e quello di coloro che lo governano”. (Diehl)
La somma dei dispacci darà origine alla raccolta che va sotto il nome di ‘Relazioni venete’ e si apprende da lì che poi, al ritorno, gli ambasciatori devono consegnare una relazione scritta che contenga tutte le informazioni ritenute utili al Principe, avendo tempo (come precisa il decreto del 1296) ” quindici giorni per depositare per iscritto tutto ciò che avranno annotato e che avranno sentito dire per l’onore e il profitto di Venezia”.
In particolare essi dovranno fornire una descrizione geografica del paese … indicando le città, i porti, le fortezze, gli abitanti, i costumi, la religione, spiegando il carattere del sovrano, e dei ministri conosciuti, la condizione delle finanze e dell’esercito, la situazione politica con riferimento agli amici e nemici del sovrano con le altre potenze.
Insomma, le relazioni degli “ambassadori” veneti diventano dei documenti preziosissimi per fotografare un paese, un personaggio, un popolo in un preciso momento diventando essi stessi monumenti di cultura.
(G. Distefano) Atlante storico della Serenissima.
Sempre interessante
In effetti diversi studiosi stranieri sono venuti a Venezia a studiare le relazioni degli ambasciatori veneti, per poter redigere i libri di storia del proprio paese di origine. Pure la Russia ha dovuto ricorrere alle relazioni venete per la sua storia.
non lo immaginavo 😀 Grazie per le informazioni