I VENETI, GLI HENETOI, VENEZIA E …VENERE.
Alla fine del capitolo ero abbastanza commosso.. spero capiti anche a voi, “fradei veneti”. Incominciamo:
“Appare evidente che ciò che accomuna tutte le ipotesi riconduce a Venere, sia come divinità, sia come astro. Basta qui accennare a un mito fondativo della latinità che Virgilio espresse nella sua Eneide.
Egli racconta che il troiano Enea,figlio della dea Venere, raggiunse le coste dell’Esperia navigando verso Occidente, patria a suo dire originaria degli antenati, seguendo la luce della stella Venere (Veneris). I Greci indicavano infatti con “Hesperos” la posizione del pianeta Venere quando compare dopo il tramonto e con Hesperia chiamavano in particolare l’Italia.
Secondo lo stesso mito, Enea si fermò nel Lazio, mentre il vecchio e saggio Antenore, salì fino in Veneto, dove fondò Padova.
Lo stesso nome di Venezia, che ingloba in sé la radice del termine “veneto” o “heneto”, deriva dalla radice indo europea W E N (amare, amorevole) mentre il termine latino Venus a sua volta include la desinenza sumera Anu che indica la figlia DEL CIELO.
Gli antichi Veneti o VENETKENS provenienti dalla anatolica Paflagonia, bagnata dal Mar Nero, chiamavano Venere con gli stessi appellativi destinati alla loro dea Reitia: Retta, Giusta, Nobile, Splendida… E i latini definivano i veneti, per via della stretta parentela della dea dell’amore, amati, benvoluti, associando ad essi anche un colore: l’azzurro. Che era anche il colore identificativo dell’astro.
Solleticante il paragone con il leone marciano “in moeca”, sorgente dalle acque nelle raffigurazioni più antiche, così come la Dea dell’amore (che Botticelli raffigurerà in un celebre quadro, ndr.). Come prima già accennato, Venere era il simbolo sia dell’amore, come “stella della sera” che della guerra, come stella del mattino.
Nel mondo greco romano, Marte (secondo il mito, nato dalla terra) si appropria delle caratteristiche guerriere della Dea. Se si accetta la tesi diffusa che all’origine del nome Marco ci sarebbe l’antico prenome romano Marcus, forma sincopata di Marticus, desinato appunto da Mars, Marte, si potrebbe avanzare una interpretazione del tutto nuova della famosa cerimonia conosciuta come “la Festa della sensa” o sposalizio col mare; il doge, rappresentante terreno del santo Marco, ma anche del dio Marte, al cospetto del Patriarca sposa il mare, che rappresenta metaforicamente la dea Venere da esso generata.
La formula di rito “Desponsamus te mare, in signum veri perpetique domini” (Ti sposiamo o mare, in segno di vero e perpetuo dominio) proclamava già nell’anno 1000 la volontà di espansione e di dominio della Serenissima che preannunciava la sua formidabile ascesa con la combinazione vincente tra lo Stato da Mar (Venere) e lo Stato da Tera (Marte)…
Per gli appassionati di astrologia ricordiamo che la festa di san Marco cade il 25 aprile, quando il sole, rappresentato spesso da un Leone, entra nella costellazione del Toro, segno retto dal pianeta Venere.”
Che meraveja, tosi… <3
tratto da “il leone di san Marco” di Daria Simeoni, Michele Rigo. Edito da Dario De Bastiani.
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