I VENETI D’EUROPA, TRA I CARPAZI E LA VISTOLA
Di Milo Boz dei Veneti
RIMINISCENZA DI GIOVENTU’: un classico romanaccio da cliché, mio commilitone a Caserta, mi sfotteva simpaticamente per via dell’accento. “A’ Bòzzolan (scoprii allora che fuori dal veneto il mio cognome era impronunciabile) parli che me pari proprio on russo! ” 😀 Non sapeva quanto ci era andato vicino 😀
Ecco quanto scrive uno scrittore del VI secolo (Jordanes) a proposito dei Veneti:
“In epoca posteriore troviamo già indicazioni dirette al riguardo. Jordanis scrive con chiarezza: ‘Vicino la dorsale sinistra [dei Carpazi] che inclina verso nord e a cominciare dalle sorgenti della Vistola, dimora la popolosa schiatta dei Venethi, occupando un’ampia distesa di terra. Sebbene i loro nomi siano ora dispersi tra varie genti e vari luoghi, non di meno essi sono chiamati Sclaveni e Anti’ (Jordanis V, 34).”.
Veneti della Vistola (noti anche come Venedi, o Venedae, o Venedoni) – Di loro restano riferimenti scritti del geografo Claudio Tolomeo e degli scrittori latini Plinio il Vecchio e Tacito, tra il primo ed il secondo secolo dopo Cristo. Erano stanziati in una vasta area compresa tra il fiume Vistola e l’attuale Ucraina. Non si trattava di una popolazione germanica, né baltica (cioè progenitrice degli attuali Lituani e Lettoni); che fosse una popolazione slava – o assimilata successivamente dagli Slavi – lo si apprende dallo storico bizantino Giordane (sesto secolo) e dai battibecchi avuti dai soldati di Carlo Magno in Venedonia. Il loro nome trova attuale memoria nei toponimi lettoni di Venta (fiume) e Ventspils (città). Treccani,it