LO SVILUPPO DELLE IDEOLOGIE. Alle patrie storiche e concrete si sostituirono astratte patrie ideologiche.
Di Millo Bozzolan
A livello politico, la prima affermazione delle ideologie si compie con la Rivoluzione francese: essa non costituì un genuino movimento popolare diretto alla difesa di diritti violati (come la Rivoluzione americana) ma un sovvertimento ispirato ai principi astratti della ragione illuministica che, nella loro aridità, pretesero di sostituirsi alle tradizioni nazionali dei popoli e alle strutture storiche consolidate dal consenso comune.
L’aspetto ideologico consiste nell’ergere la ragione (che è solo una parte della natura umana, e neppure la parte più consistente) a canone supremo di giudizio delle strutture sociali e politiche, nonché a fondamento di un nuovo concetto di società basato su una filosofia meccanica, lontana dalla vera natura dell’uomo, e precorritrice di morte e tirannie. Carattere specifico della Rivoluzione francese è il suo essere stata contro natura: prodotto del mero pensiero, essa ha in sé tutte le potenzialità disgreganti e nullificanti del pensiero svincolato dalla tradizione e dalla storia.(3)
Lo sviluppo politico delle ideologie non si arrestò con la fine del Terrore giacobino, ma continuò il suo percorso e giunse a partorire i totalitarismi del ‘900. Questi rappresentano uno degli stadi più avanzati dell’offensiva ideologica: l’ideologia si incardina nello Stato, e per il tramite di questo strumento tenta di condizionare ogni aspetto dell’esistenza [4].
Il Nazismo sostituì la tradizionale patria tedesca con una comunità di sangue (espressione dell’evoluzionismo darwinista), legittimata a mettere a morte chiunque non vi appartenesse. Il Comunismo degradò gli individui da persone (cioè soggetti con legami religiosi, patriottici, patrimoniali, ecc.) in sottotipi umani, la cui vita dipendeva dal volere della legge socialista [5].
Entrambi fondati sul materialismo, il primo spiegava ogni cosa in base alla razza e il secondo in base all’economia. Entrambi, offuscati dalla ideologia, trascurarono la realtà che offre una gamma ben più complessa di parametri di giudizio.
Il risultato della grande espansione ideologica nel ‘900 fu lo scoppio, o il pericolo, di conflitti che prescindevano dalla identità storica dell’alleato o dell’avversario ma dipendevano esclusivamente da convergenze o divergenze ideologiche: la sola cosa che accomunasse cinesi e cubani era il comunismo.
Alle patrie storiche e concrete si sostituirono astratte patrie ideologiche spesso trasversali a nazioni, culture e civiltà.
Francesco MARASCIO
[3] E. BURKE, “Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia”, Ideazione, Roma 1998.
[4] F. A. von HAYEK, “La presunzione fatale”, Rusconi, Milano 1997.
[5] P. BATTISTA, “La fine dell’innocenza”, Marsilio, Venezia 2000.