I “VENETKENS” DI VICENZA, PRIMA DI ROMA.
“POSTA su un dosso delimitato da Retrone e Bacchiglione, l’abitato di Vicenza risale al IX secolo a.C. E’ di Isola Vicentina la stele scritta in cui si legge per la prima volta il nome con cui i Veneti definiscono sé stessi, “ “VENETKENS”, mentre la stele di via Guiccioli, una lastra di pietra iscritta, riporta una dedica “agli dei termini” (dei confinari), che conferma la sacralità del concetto di confine nel mondo veneto.
Posta ai confini col mondo retico (sorta per contenere l’avanzata dei Celti nel veronese), Vicenza si distingueva per la presenza di un santuario urbano, in uso dalla fine dl V secolo a.C. alla fine del I secolo a.C. in cui ci restano ben duecento ex voto di bronzo: lamine decorate, dischi collegati in serie, anelli, borchie ecc. e persino una lamina alfabetica.
Le lamine figurate, circa un centinaio, realizzate a stampo o a sbalzo e incisione, con fori che ne consentono l’affissione, rappresentano soggetti femminili e maschili, singoli o in gruppo, ma anche parti anatomiche. Le lamine possono essere distinte in due categorie: quelle a stampo, realizzate in serie per i fedeli comuni, e quelle a cesello, realizzate di volta in volta, per i devoti più abbienti all’interno della comunità.
Posto al centro dell’abitato, il santuario doveva avere funzioni istituzionali: come cerimonie di iniziazione alla vita militare per i maschi e per le ragazze cerimonie legate al matrimonio come testimoniano alcune tra le laminette votive ritrovate in questo luogo, che mostrano uomini armati e donne con gonne a pieghe e un ampio scialle sul capo.
Notevole un frammento di lamina legato all’insegnamento della scrittura, che fa pensare alla presenza di una attività scrittoria. Tra le lamine ve ne sono alcune che riproducono pugili con manubri, dai quali si può dedurre l’usanza di gare atletiche in occasione di festività pubbliche o ricorrenze speciali.
E’ di particolare interesse la sequenza cronologica fornita proprio dalle laminette che mostrano guerrieri: dall’elmo a calotta con cimieroe scudo rotondo in uso da noi dal VII° al IV° secolo a.C. .. si passa all’armamento di tipo celtico costituito da un grande scudo ovale con umbone a spina e spada, in uso solo dal III° secolo, QUANDO I CENOMANI INVADONO IL VERONESE e il loro influsso arriva fin qui. per arrivare alla fine all’armamento tipico romano, del II-I° secolo a.C. , con scudi mutuati dai galli, ma privi di spina.
N.d.R. Da notare come poi i Galli Cenomani divenissero poi i fedeli alleati dei Veneti-Venetkens, proprio in chiave contenitiva dell’espansionismo degli altri Galli. A testimonianza straordinaria della capacità dei Veneti di assorbire e conglobare chi all’inizio li voleva conquistare. E credo che tale capacità di conglobare chi arriva da noi, ci sia ancora rimasta. Pensiamo ai tanti che si sistemano da noi provenendo da ogni parte dell’italia o del mondo.