IL CAVALLO, ANIMALE SIMBOLO DEI VENETI ANTICHI
Il suo valore simbolico possedeva una tale forza che questo animale era talvolta raffigurato da solo, al posto del cavaliere, e doveva esprimere, in questo modo, un significato condiviso certamente dalla classe dei cavalieri (ekuperaris) ma possedeva certamente un valore totemico riconosciuto da tutti i Veneti.
L’allevamento di questi animali era uno dei perni dell’economia veneta, e la qualifica indiscussa della razza locale guadagnò una fama che si estendeva per tutta l’area mediterranea. I cavalli veneti erano al centro di un fruttuoso commercio internazionale che probabilmente spingeva i proprietari a marchiare i propri armenti per identificarli (fonte: Strabone). Si tratta di una sorta di marchi di famiglia tramandati di padre in figlio.
Sono numerose le fonti che documentano l’esportazione su mercadi di prestigio di cavalli veneti. Ambiti per le loro eccezionali prestazioni nella corsa, i pregiati cavalli veneti finirono per entrare nel mito; in un’edizione dell’olimpiade di Atene, nel V secolo, un cavallo veneto montato dallo spartano Leone, ottenne la vittoria. e, nel 387 a. C. , persino Dionisio, tiranno di Siracusa, acquistò cavalli veneti per migliorare la qualità del suo allevamento personale.
L’importanza del cavallo nel mondo veneto è ribadita costantemente attraverso testimonianze archeologiche e storiche giunte intorno a noi. Il cavallo era protagonista nei luoghi di cultura per eccellenza, cioè i santuari e le necropoli dove veniva celebrato attraverso gli ex voto con la sua forma, e le immagini nelle situle, o ancora nelle lamine figurate di Lagole, o nelle stele patavine. Ad esse aggiungiamo le sepolture di cavalli a Este e ad Altino, ma anche a Padova. Testimonianze materiali che completano e corredano le narrazioni degli osservatori romani giunti qui nel II sec. a.C. ….
Manuela Giambardo
Dal volume “Dieci secoli di civiltà prima di Roma.\