IL DISCO SOLARE E LE PALEOVENETE
Fausto Levorin “Carega” ha segnalato questo intervento

La sacerdotessa veneta orante
SOPRA UNA CELEBRE raffigurazione di una sacerdotessa orante, con le braccia aperte, come era uso tra gli antichi popoli di origine ariana (così ho letto nel ponderoso lavoro di Mircea Eliade). Il foro sopra la testa è la raffigurazione plastica del Dio solare e forse a lui era diretta la preghiera.
Diversi indizi (svastiche,ruote di carro, cinturoni e la “chiave di Reitia”) mi portano a supporre che il pantheon veneto fosse inserito in contesto liturgico di carattere solare ma la singolarità è che le figure che sembrano possedere un posto di rilievo nella funzione del culto fossero le sacerdotesse. L’ ipotesi del culto solare presso i venetkens viene già affrontato dallo studioso Piero Favero nel suo “l’ alba dei veneti” (cierre grafica) e credo che gli ulteriori indizi riportati da questo articolo vadano a rafforzare la tesi di Favero in chiave “nordica”, dove il legame veneto con il mondo nordico è più forte che con il mondo mediterraneo.

La matroma veneta accompagna il consorte nell’ultimo viaggio
Affascinante stele in piena romanizzazione, in cui abbiamo la prova della persistenza di tradizioni culturali e religiose venete. La matrona accompagna il suo consorte nell’ultimo viaggio verso l’aldilà. Egli è un funzionario romano, indossa quindi la toga. E pure l’auriga veste alla romana: ma la moglie, custode delle tradizioni venete, usa vestirsi come vuole la tradizione locale, con la tipica mantella e l’abito veneto. E sul capo, un disco solare, simbolo forse dell’immortalità dello spirito… Mi pare evidente un riferimento alla vita, nel viaggio verso il mondo dei Defunti. Anche il suo nome, OSTIALA GALLIENA, è tipicamente venetico.