IL CORNO DOGAL E LE ORIGINI NELL’ALBA DEI VENETI
Un bellissimo intervento del ricercatore storico Piero Favero spiega le antichissime sue origini, che probabilmente, neanche i Dogi conoscevano.
“E’ logico pensare che sul più illustre rappresentante dei Veneti abbiano posto il simbolo più importante della nostra tradizione. Il corno dogale è un emblema che apre a un mondo sconfinato di significati sconosciuti agli stessi veneti e all’uomo d’oggi.
In epoca preistorica, durante l’età del Bronzo, si presume che i protoveneti venerassero una dea suprema di tipo solare e legata al complesso mito della barca solare. Quando questa dea ha cessato di essere unica, siè accompagnata a un dio lunare. Noto è il dio lunare Menulis, che nella mitologia baltica è lo sposo della dea solare Saulé.
La radice indo ariana “men” indica la luna e Menulis l condivide col dio anatolico Men, il misuratore dei mesi raffigurato assieme a un toro e con il berretto frigio sul capo, prototipo del corno dogale fu adottato in origine dai sacerdoti della Frigia (Anatolia centrale).
La sua forma nasce da una pelle di capretto intera, che con le zampe anteriori va a disegnre la caratteristica punta. Divenne tipico del costume del regno persiano (VI-VII secolo a.C. ) e lo troviamo nei soldati dell’impero bizantino fino al IX secolo.
Nell’antica Roma veniva chiamato pileus e veniva donato agli schiavi liberati. Compare immancabilmente sul capo del Dio Mithra che uccide il toro, espressione di una religione che insidiava il cristianesimo per diffusione.
Seguendo la traccia del berretto frigio lo troviamo usato anche sul capo del compagno della dea Cibele, Attis, che con la sua auto evirazione ricorda in un certo modo le fasi della Luna che sembra mutilare una parte di sé man mano che passano le notti.
Nella mitologia babilonese la figura del toro è in genere legata alla luna (forse per via delle corna ndR) come nell’esempio del dio lunare Sin e lo stesso avviene in quella greca dove Dionisio si ricollega a miti lunari; alla nascita Dionisio porta corni di toro ed è chiamato dalle baccanti “Grande Toro”.
Il regno del Ponto, all’esordio corrisponde a gran parte della Paflagonia, fu fondato dal re Mitridate che prendeva il nome dal dio Mitra. Sulla costa prevaleva la cultura dei coloni greci, ma all’interno i paflagoni veneravano ancora il dio lunare Men Pharmacou e la dea Ma (Cibele).
L’antichissimo popolo dei Pala, che abitò per primo la Paflagonia, sacrificava un toro al sommo dio Zaparwa. Tutto torna e il cerchio si chiude. Luna e Toro compaiono anche tra gli attributi di Shiva dio della trasformazione che si sposa bene con i cicli lunari. Come Dioniso è un dio danzante, e pratica anche lui una autocastrazione.
Piero Favero, ne l’alba dei veneti ED. cierre grafica.