Il linguaggio dei nei
di Theusk
La moda dei nei posticci si diffuse a Venezia nel Seicento, imponendosi soprattutto nel Settecento.
Tale moda, importata dalla Francia – dove il neo è chiamato le mouche, ossia la mosca -, nacque probabilmente dal desiderio di coprire le imperfezioni della pelle, specialmente di chi era stato colpito dal vaiolo, divenendo poi un accessorio imprescindibile, che seppe generare un proprio codice linguistico.
La forma e la posizione dei nei venivano infatti usate sovente come veicoli di informazioni personali.
Ad esempio, un neo a forma di cuore sulla guancia sinistra serviva ad avvertire che la donna che lo esibiva era già fidanzata: dopo il matrimonio il neo veniva trasferito a destra.
Esisteva quindi una grande diversità di fogge delle mouches, che prendevano forma di luna piena, mezzaluna, stella, losanghe, putti o addirittura silhouette di amici e familiari. Si diceva, peraltro, che una serie di lune nelle varie fasi di crescita, applicate all’angolo esterno dell’occhio, servisse a far apparire gli occhi più grandi e a renderli più luminosi.
Tali accessori potevano essere applicati anche per singole occasioni e solitamente venivano realizzati in pelle, taffetà, velluto o semplicemente in carta; si custodivano in appositi contenitori, i portanei o boîte à mouche, e si applicavano con la colla liquida derivata dalla resina del lentischio.
Liberamente tratto da Muve, Museo di ca’ Rezzonico