Il N.H. CIPRIANI DUE TURISTE “PER CASO”. UNA STORIA VERA.

l’interno dell’Harry’s bar
Circa il vergognoso dibattito sulla “esosità” dei veneziani giunge a proposito questo ricordo di una cara amica del cuore e riguarda Arrigo Cipriani, che qui riveste i panni di un Nobil Homo d’altri tempi.
Vi racconterò un’altra cosa, perché Venezia non è solo VENEZIA per la città, ma anche per la sua Gente:
avevo letto i libri di Hemingway e di conseguenza mi ero appassionata alla vita avventurosa dello scrittore morto suicida. Si parlava molto del suo amore per Venezia e sopratutto per l’Harry’s bar.
Ero già stata al Florian, al Quadri, l’Harry’s mi mancava ma ero frenata da quello che pensavo fossero i prezzi.
Dopo aver visto una indimenticabile mostra di Van Gogh all’ Accademia, attraversammo il Ponte di Rialto e arrivammo in San Marco. Avevamo saltato tutti le osterie e i bacari, decise a vedere dove il grande scrittore annegava la tristezza.
Entrammo: niente sfarzo, niente lusso, ma si respirava un’aria speciale. Suggestione? Un cameriere gentilissimo ci chiese se volevamo pranzare e la mia amica rispose “volentieri!”. L’incosciente!
Ci portò su per una scaletta e arrivammo in una saletta piccola con pochissimi tavoli. Era dunque quello il famoso Harry’s bar? Un po’ deluse, scorremmo il menu, poi ci guardammo e controllammo all’unisono le rispettive finanze. Io dissi: ho solo 30 mila lire, la mia amica: io cinquanta. Premetto che non avevamo ancora il bancomat.
Non ci eravamo accorte che un distinto Signore seduto ad un tavolo dietro al nostro ci poteva ascoltare.
Il Signore si alzò, si avvicinò al nostro tavolo e disse:
buongiorno! Sono Cipriani, posso consigliarvi?
Rosse tutte e due come due papaveri, dicemmo di aver scelto l’insalata di pollo (L. 30.000) e ….acqua minerale. Il vino costava L. 10.000 a calice.
Lui buttò uno sguardo al menù, li prese entrambi e “con un lasciate fare a me” si allontanò.
Tornò poco dopo con una bottiglia di Prosecco e tre bicchieri, ci fece brindare a Venezia e a Bologna con “omaggio della casa” e lasciò il posto al cameriere che ci portò le insalate di pollo più abbondanti e più squisite come mai più avrei mangiato nella mia vita. E ho potuto grazie a Dio mangiare in tanti bei posti!
Ci portò poi anche il conto: L. 60.000- Non aveva messo coperto, l’acqua, il caffè e un dessert “sempre omaggio del pasticciere”. Ci salutò con calore e “vi aspetto ancora, la bellezza non paga!”
Io non so se Arrigo Cipriani, perché era proprio lui, il re della ristorazione, famoso in tutta Italia e in America, avesse sentito il nostro discorso, si fosse intenerito o se semplicemente la sua grande classe l’avesse motivato a togliere dall’imbarazzo due Clienti.
Non sono più tornata all’Harry’s,: volevo conservare il ricordo di un pranzo che un gentiluomo veneziano rese indimenticabile.
Mara Rossi mi ha scritto oggi.