IL PITTORESCO REPORT SULL’ESERCITO VENETO
Non farei un buon servizio alla verità storica, se non riportassi questo brano, tratto da un vecchio libro di Ennio Concina, che spiega in maniera chiara in quali condizioni fosse l’esercito veneto all’arrivo del ciclone napoleonico, a cui in Europa non seppe resistere nessuno. A maggior ragione, lo stato veneziano, privo ormai di adeguate risorse, e fiaccato da quasi un secolo di neutralità disarmata. La presente istantanea che lo ritrae fa sorridere, ma lascia anche dell’amaro in bocca. Anche se resta il fatto del sopruso subito dai Veneti, privati della loro libertà di decidere come governarsi. La relazione riportata è però del 1560, ma purtroppo il ritratto vale genericamente specie per l’ultimo secolo.
Una deposizione di Alvise Balbi, sui bombardieri di Cefalonia, è piena di bonomia: ” Nella detta fortezza doveria esser 4 bombardieri col suo capo, che in tutto son al numero di 5, dei quali non ghe sono solo dui che alli besogni se potesse prevalersi di loro, uno delli quali sono ser Zuan da Nea ditto Passapare Vechio e ghe vedono poco, il qual secondo è tale Michiel Cozari, il qual è cascato popletico e non puol (che) apena caminar; il terzo è uno zovene, che si chiama Zuane Pittignan, qual è gottoso, e non puol camminar salvo che che co un baston; il quarto si è uno nominato ser Thodarini da Parma, il quale anche lui casca di quel mal, ma è bon homo ed ha il cargo (l’incarico) di governar le munitioni, cioé l’arme e la polvare, siché dei cinque bombardieri, che sono nella detta nostra fortezza… non so in che modo se podaria prevaler di loro.
il capo si chiama Zuanne Rocccoler , il quale ha cargo nella nostra fortezza, di ingegner, ed è bon homo, e se lui mancasse nella detta fortezza, non staria troppo bene, perché del suo mestier non sa alcun altro che Lui… sicché questi sono li nostri Bombardieri che al presente si trova nella nostra fortezza di Ceffallonia. ”
Data 15 giugno 1560.
La deposizione ha un che di goldoniano ante litteram …

a Venezia una lapide ricorda che quella casa era destinata ai membri della confraternita.
Ma la diffusione del malessere tra gli ausiliari Bombardieri divenne assai più ampia nel Settecento. Aggravata dalla regolare istituzione del reggimento veneto d’artiglieria su esempio britannico. Nel 1757, a parità di grado, il bombardiere era subordinato all’artigliere, anche se nell’ultimo periodo il Sovrintendente Gasperoni seppe dar nuovo impulso e lustro alle confraternite dei Bombardieri, diffuse in tutte le città dello stato veneto confederato.
Fonte del testo non in corsivo tratta dal libro “Le trionfanti armate venete” di Ennio Concina ed. Filippi