IL PRIMO PITTORE DI CORTE A PADOVA
Simonetta Dondi dall'Orologio
E’ motivo di orgoglio per noi padovani avere tra i nostri grandi artisti del passato quello che ha rappresentato la gerarchia celestiale.
Possiamo dire in questo caso, che abbia avuto il coraggio di rappresentarli figurativamente…..
Guariento di Arpo (Arpo era il nome del padre) fu il primo pittore riconosciuto ufficialmente dalla corte carrarese.
E’ una vera pena che quasi non si sappia nulla della sua vita.
Un documento notarile del 1352, ci dice che un certo Francesco di Zante vendeva a Guariento una serie di proprietà, tra i quali dei campi che appartenevano al territorio di Saccisica (Piove di Sacco) di cui gli ultimi sette confinanti con terre già di proprietà di magister Guarientus.
Quasi sicuramente queste terre avevano anche la casa dove trascorse la sua infanzia.
Altri due documenti affermano questa tesi che Guariento poteva essere di Piove.
Sembrerebbe fosse rimasto orfano giovane, quindi è probabile ebbe la protezione di qualcuno, a quei tempi, quasi sicuramente dell’arciprete di Piove (nel 1344 l’artista eseguì il Polittico dell’Incoronazione per questa parrocchia….purtroppo oggi si trova alla Norton Simon Foundation, Colorado).
Piove di Sacco nel XIV secolo era un centro importante con una vivace fioritura artistica, l’artista chiaramente spiccava rispetto ad altri contemporanei e per questo provò avventura a Padova, quissà la formazione fosse stata nella scuola dei riminesi attivi in quel tempo nella nostra città.
Si sa che lavorò anche a Venezia e Bolzano (in quest’ultima città i bellissimi affreschi furono distrutti per colpa delle fortezze volanti).
L’unica opera firmata dell’artista è la Croce datata 1331-32 che oggi si conserva a Bassano.
Si suppone che l’avvicinamento ai Signori di Padova fu grazie all’incarico di dipingere le tombe di Ubertino e Jacopo da Carrara, oggi entrambe agli Eremitani dopo la soppressione della chiesa di Sant’Agostino.
A Venezia lavora sotto il dogato di Andrea Dandolo che aveva contatto epistolare con Petrarca.
La sua iconografia è bizantineggiante riflessa anche dal fatto che i suoi angeli sono guerrieri e meno ecclesiastici….questa tradizione viene direttamente dal mondo romano e visto che, l’Impero Romano di Oriente esisteva (395-1453) al tempo del nostro grande artista: ricordiamo che da sempre erano esistiti i contatti tra i Veneti e Oriente.
La iconografia medievale ha cercato di figurare quanto scritto da San Giovanni nell’Apocalisse in cui fa una descrizione degli Angeli delle sette Chiese….i fedeli desiderano vedere, sentono la necessità di un’immagine diversificata ed immediatamente riconoscibile delle varie Gerarchie Celesti.
La Divina Commedia fu quella che ha posto alla moda tutto questo creando un vero e proprio cambio nella committenza del tempo.
Guariento va aldilà dei Nove Cori (Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini e Serafini) rappresentati chiaramente e visibili in modo che possano entrare a pieno titolo nell’immaginario collettivo dei fedeli.
Quindi il filo conduttore della pittura a Padova era, negli ultimi trent’ anni del XIV secolo, ovviamente filo-giottesca però ancora unita ai criteri gotici, l’ampia spazialità delle architetture dipinte, la ricerca del realismo e soprattutto di aspetti cortesi.
Guariento nel 1369 risulta già morto….solo 36 anni dopo la Reggia dei Carraresi e le magnifiche opere di questo grande maestro scoparirono quasi del tutto!
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