IL RIFIUTO DI VENEZIA DI FONDERE IL SUO TERRITORIO: OGGI E’ UNA ACCUSA
“I Veneziani hanno mantenuto lo status quo di molte città dopo la loro adesione senza fare una vera opera di integrazione”.
E invece fu chiaramente uno dei suoi meriti: avevamo pronto uno stato federato su modello svizzero, più ancora del tedesco di oggi.. ma sappiamo come andò, e chi rifiuta questo schema è in genere un seguace del modello di stato che ci impose Napoleone, un francese, non a caso, che nel suo Dna aveva la monarchia assolutista di Luigi XIV . Sorridete? E invece si, ancora oggi lo stato francese, pur democratico, decentra assai poco il potere centrale (e i corsi ne sanno qualcosa). E Napoleone stesso.. finì per inventarsi un impero.. di sua proprietà.
Lo status quo delle città era, in una parola, la loro Libertà. Venezia può essere giustamente accusata di aver pervicacemente mantenuto e garantito il Bene delle città sorelle minori, rifiutandosi di aderire al modello delle Monarchie assolute che in Età moderna avevano proceduto ad un fortissimo accentramento del potere in capo alle strutture unificate dello Stato.
Le riforme di Maria Teresa, p.e., realizzarono il servizio militare obbligatorio, un’intensa burocratizzazione e la scuola di Stato, tutte cose che Venezia giudicava autoritarie. Giova ricordare come tutte le città si aggregarono alla Repubblica attraverso dedizioni volontarie, a seguito di conflitti nei quali mai Venezia aveva aggredito nessuno, ma solo difeso la sua legittima sfera di interessi a livello internazionale (il più delle volte contro aggressioni altrui).
Con la dedizione, Venezia in sostanza recepiva gli Statuti locali appena correggendoli nei dettagli e sempre li rispettò, ricambiata dalla riconoscenza generale dei sudditi e delle Comunità aggregate (Dominii). Qualche storico indica come elemento di debolezza l’antichissima struttura federale dello Stato Veneto: così si può ragionare se si considera punto di forza la costrizione e punto di debolezza il consenso. La saggezza, però, insegna il contrario.
La Repubblica in realtà governava con l’affetto e lo scrupolo di una Madre. L’integrazione nelle Terre Venete era eccezionale: Veneti, Friulani, Istriani, Dalmati, Sloveni, Croati, Bocchesi, Sudditi della Dominante, si sentivano rispettati nella loro identità in questo quadro composito, nondimeno erano animati da un Amor di Patria incredibile, che immancabilmente dimostravano in guerra, nelle carestie, nei momenti difficili. Tuttora, Venezia è rimpianta da Bergamo fino alle Isole Ionie. Sul piano economico, fu incredibile la capacità del Veneto Patriziato di fare di tutte le membra dello Stato un sistema integrato. Ognuno aveva una specializzazione: a Padova l’Università, a Brescia l’industria di armi, alla Pedemontana l’industria tessile, ecc., ecc.
Edoardo Rubini, presidente di Europa Veneta.