IL VENETO GUERRIER… CON ACCENTO SLOVENO?
Il titolo è un po’scherzoso, si riferisce al fatto che questa mia riproduzione in marmorina, è copiata fedelmente da una piastra bronzea risalente al IV secolo a.C. rinvenuta assieme a una situla (secchia sacra) nella località di Vace. E questo prova ancora una volta che l’areale di diffusione venetico è molto più ampio di quanto suggerivano con ostinazione, gli accademici italiani.
Quindi possiamo parlare di Veneti (Venetkens) collegati all’area di diffusione della civiltà dei campi d’urne (urnenfelder) che interessa tutta l’Europa Centrale e Occidentale, come del resto dimostra la diffusione del nome di molti popoli con la radice VEN e ora, anche prove di “archeologia genetica”.
Ma torniamo al nostro guerriero: la prova di tremila e passa anni di storia. Ogni veneto che si rispetti dovrebbe avere una riproduzione appesa in casa, accanto al Leone marciano che ci ricollega nella sua forma di chimera addirittura ai Veneti di Paflagonia, e per questo anni fa mi son deciso a produrlo.
Indossa un elmo classico che a volte era adorno di crine di cavallo, ha la tipica ascia con manico ricurvo, di forma ergonomica, in modo che il colpo inferto avesse maggiore forza. Indossa un corpetto composto di strisce di cuoio legate assieme e porta con sé ben due lance, le cui punte son state rinvenute spesso nelle sepolture rituali dei principi guerrieri. Si, parlano di “principi guerrieri” gli studiosi, ma non parlano mai di re, descrivono questi nostri antichi progenitori come governati da una aristocrazia egalitaria, in cui il capo designato dai maggiorenti, nelle assemblee sotto l’ombra del tiglio, era in “primus inter pares”.
Questo è un principio egalitario a volte trascurato da storici insigni ma che partono descrivendo la storia di Venezia come nata dal nulla, non avendo mai studiato i secoli precedenti alla sua nascita. Per fare in nome di uno di questi, mi riferisco al celebre Frederic C. Lane. Questo principio lo troveremo riflesso anche nelle leggende di Re Artù con i suoi cavalieri della tavola Rotonda, nate non a caso, evidenzia lo studioso, Piero Favero, nella zona dell’attuale Walles, con le sue case col tetto di canne palustri (i famosi cottages) simili ai nostri casoni. Quella era una zona abitata anticamente dai Venedoti.
Tornando al nobile guerriero, egli è dotato di uno scudo ovale, mentre fino a un secolo prima esso sarebbe stato di forma rotonda. Questa è senz’altro una influenza dovuta al contatto con i Celti che, dal IV secolo affiancarono i Veneti nella pianura padana. I Galli Cenomani del veronese divennero nostri alleati in chiave anticeltica e filo romana. Egli porta i capelli corti, a differenza dei Celti, cosa lodata da uno storico romano, per motivi di igiene personale (si evitavano i pidocchi). Delle scarpe basse in pelle morbida ne completano la mise. E’ chiaro che le campagne militari potevano esser condotte solo nei mesi estivi.
Sopra ho inciso la scritta V E N E T K E N S ad andamento sinistrorso, ma poteva esser composta anche in senso inverso, dato che allora si scriveva “a nastro” una lettera dopo l’altra senza stacco. Fu trovata su un coccio a Isola della Scala ed è la prova che eravamo un popolo fin da quei tempi.
La piastra può esser appesa alla parete di casa dato che è munita di un gancio.