IL VENEZIANO DEGLI INIZI DEL 1300 (documento del 1312)
di Milo Boz Veneto
Saraco de Mazorbo zurà li comandamenti de miser la podestà et de dir verità de la dita briga; lo qual dis:
“He digo che eo cum pero Seren eram S.to Antolin et Felipo Musolin era ive co nu.
Et Pero Seren lu dis:
Mo me di, Felipo, è vera, quando tu vegnis de canal Corno, che me dies che l me nases lo vermo can? Certo, se t’aves audù, tu no seres partì de canal corno che tu avres abiù questiun o eo o ti.
Et Felip dis:
E lo dis ben, et si lo dirave anche ancora, quando tu me casonave ch’è t’aveva cercà li toi cogoli.
Et Pero dis:
Non plach a De che l dies maia!
Et Fepip dis:
Au lo dies tu ben!
Et Pero dis:
Tu menti per la gola; che lo dies mai!
Et Felip li dis:
A ment tu, tu, en ancoi te casca li vermi cani!
Et en questa, eli se menà de li remi l’un l’autro”
Traduzione.
Saraco di Mazorbo giurò i comandamenti del signor Podestà e di dir la verità sulla suddetta briga, il quale disse: “Io dico che con Pietro Seren ero a S. Antolin e filipo Musolin era la con noi. E Piero Seren gli disse – Ma dimmi, Filippo, è vero che quando tu venisti da Canal corno che mi dicesti che mi nasscesse il verme cane? Certo che se ti avessi sentito non saresti partito da Canal Corno senza che tu avessi avuto questione, o io o tu2. E Filippo disse: – Io lo dissi bene, e così te lo direi anche ancora, quando tu mi davi la colpa che io ti avessi cercato di prendere le tue reti. E Piero disse: – non piaccia a Dio che dicessi mai – e Filippo disse: – Ah, lo dicesti tu bene! – e Piero disse: – tu menti per la gola, che lo dicessi mai! – E Filippo gli disse: – Ah, menti, tu, tu, anche oggi ti nascano mille vermi cani.
E in questa loro si menavano con i remi l’un l’altro.
Trovo una somiglianza notevole con le parlate tuttora conservate nel feltrino, ad esempio. Questo secondo me, testimonia di una lingua veneta abbastanza uniforme, all’epoca, dalle Prealpi alla Laguna.
Non vorrei dire una stupidaggine, ma mi sembra una forma linguistica sì veneta-arcaica come dice l’autore dell’articolo, ma anche molto somigliante al catalano ed all’occitano, che infatti dovrebbero essere nello stesso gruppo di lingue neo-latine. E che sia parte piena della koinè lombardo-veneta, poi divisasi nei secoli (chiaro indice di sviluppo linguistico autonomo, alla faccia di chi lo nega al di fuori dell’italiano-toscano!) nelle lingue veneta e gallo-italica coi loro molti dialetti.