LA BUBANA E ALTRE DELIZIE DI VENEZIA E… DELLA TERRAFERMA VICINA.
RECIPE PANAM CANDIDAM CUM STORTIBUS
PERFECTIS
Un tempo non c’ era casa veneziana dove non si offrissero all’ ospite, i baicoli (biscotti secchi) con il caffé o con un bicchierino di vino di Cipro. Oggi i baicoli, creati nel 1700 da un offelliere della contrada di Santa Margherita, si offrono con la cioccolata o con il té poiché è totalmente scomparso l uso di questo vino, tanto gustoso da assaporarsi dopo la pana (panna). La panna, chiamata dai vecchi veneziani, “caodelate” era uno dei desserts preferiti dai miei concittadini della mia e precedente generazione. Si gustava nei bar della Riva degli Schiavoni accompagnata dagli “storti”, coni di cialda sottilissima e lievemente abbrustolita (gli storti del Dolo) che si spezzano al solo contatto Delle labbra….
Di quell’ epoca ricordo anche le ottime “bubane“, molto simili ai pressnitz austriaci , i “paneti co la ua” (panini con l’uva passa), la frutta candita “caramea” e il Pan speziato “parpagnaco“. La cioccolata, cara ai veneziani di tutte le generazioni (dal ‘700 in poi), e spesso celebrata nelle commedie del Goldoni, ha ancora molti fedeli anche se si è persa l’antica abitudine di mescolarla al caffé per farne “l’aurora“, molto gradita dal Voltaire.
Scomparso del tutto è invece l uso della “dosa”, uno sciroppo di frutta che si beveva caldo, per strada, durante l’inverno e quello della “semada“, una specie di orzata che si preparava con i semi del melone molto apprezzata nel periodo estivo.
Questa piccola incursione nei gusti e sapori di una volta mi regala l occasione di ricordare la bella cucina della nonna, con il tavolo dal piano in marmo, le belle “pignate” di rame stagnato, i peltri, i piatti istoriati di rame, le lucide “farsore” le caldiere per la polenta (anch’esse rigorosamente in rame) e l armadietto con i “golosessi” (cose buone da mangiarsi ogni tanto e con moderazione).
Purtroppo le restrizioni della guerra e l infelice periodo del profugato han distrutto buona parte dell’ ambiente sociale di Venezia e ha di fatto inferto colpi alle abitudini gastronomiche dei veneziani facendo scomparire del tutto buona parte dei piatti tradizionali. (A seguire)
Venezia
Di Antonella Todesco, della diaspora veneziana
Redazione: Milo Boz Veneto
Grazie di cuore per il bel contributo storico gastronomico veneziano.. Veneziano? Non solo. LeggendoTi ho finalmente scoperto il significato del termine “BUBANA” che si usava in famiglia per indicare uno che aveva trovato una situazione piacevole da vivere, in cui magari sperava di restare per sempre. Se dizeva nella campagna intorno Ponte de Brenta: Eh ciò, el ga trovà ea bubana!” Magari strucando l’ocio.. Adesso grazie a Te ne ho scoperto l’origine veneziana <3 e il senso originario. 🙂 (megio tardi che mai) 😀