LE PROCURATIE DI PIAZZA SAN MARCO E LO SCEMPIO DEI FRANCESI
Le Procuratie Vecchie
Le Procuratie Vecchie si estendono per 152 metri, dalla Torre dell’Orologio verso l’Ala Napoleonica, con un portico di 50 arcate, cui corrispondono le 100 finestre dei due piani superiori. Sebbene esse siano chiuse a tutto sesto, la leggerezza delle aperture ricorda lo stile veneto-bizantino delle prime procuratie, edificate nel XII secolo sotto il doge Sebastiano Ziani (visibili nel celebre dipinto di Gentile Bellini “La processione in Piazza San Marco”) e destinate ad appartamenti per i procuratori “de citra”, altissimi magistrati.
Queste, danneggiate in parte dal fuoco all’inizio del XVI secolo, furono demolite e ricostruite su disegno di attribuzione incerta: si fanno i nomi di Mauro Codussi, Giovanni Celestro, Scarpagnino. Sicuramente i lavori furono affidati nel 1517 a Guglielmo dei Grigi e Bartolomeo Bon il Giovane e furono terminati nel 1538, pare con il contributo di Jacopo Sansovino. A coronamento della fabbrica, fu posto un fregio, aperto da cento piccoli oculi ovali, sui quali poggia una bianca merlatura dall’esclusivo significato pittorico.
Attualmente esse ospitano negozi al piano terra ed uffici ai piani superiori. Fino alla fine degli anni ’80 del XX secolo, gran parte di esse è stata sede delle Assicurazioni Generali.
Le Procuratie Nuove
La costruzione delle Procuratie Nuove, opera di Vincenzo Scamozzi, iniziò nel 1583 sull’area dell’ospizio Orseolo e di alcuni edifici che (come si vede nel dipinto del Bellini) arrivavano all’altezza del Campanile di San Marco. Il nuovo edificio fu invece allineato al prospetto settentrionale della Libreria Sansoviniana, di cui continua i moduli architettonici. La costruzione, interrotta nel 1616 per la morte dello Scamozzi, fu terminata nel 1640 da Baldassarre Longhena.
Durante il Regno Italico, esse furono adibite a Palazzo Reale; funzione che mantennero anche sotto i Savoia, dal 1866 al 1946. Oggi ospitano, ai piani superiori, parte del Museo Correr, il Museo del Risorgimento, il Museo Archeologico, la Direzione dei Musei Civici e parte della Biblioteca Nazionale Marciana. Vi è ubicato, inoltre, il settecentesco Caffè Florian.
L’Ala Napoleonica
Le Procuratie si chiusero a ferro di cavallo dopo l’ordine di Napoleone Bonaparte di abbattere la Chiesa di San Geminiano (ed i prolungamenti delle Procuratie ad essa allineati) per costruire la cosiddetta “Ala Napoleonica” (o anche “Procuratie Nuovissime”[1] o “Fabbrica Nuova). La chiesa di San Geminiano, una delle più antiche di Venezia, attestata già nel VI secolo, era stata rinnovata dal Sansovino nel 1557; l’artista, orgoglioso di quest’opera, scelse perfino una cappella adiacente per esservi sepolto insieme con i figli.
Tutto fu demolito, tra il 1807 ed il 1810, pare per volontà di Eugenio di Beauharnais, che voleva completare il Palazzo Reale con una sala da ballo sul “salotto più bello del mondo”. Il progetto fu affidato a Giuseppe Maria Soli, che non si discostò molto dal disegno delle Procuratie Nuove, se non per l’attico con 14 statue di imperatori romani. Al centro, nel Sotoportego San Geminian, si apre il monumentale scalone d’ingresso, con un affresco a soffitto (La gloria di Nettuno) di Sebastiano Santi. All’interno si può ancora ammirare il Salone Napoleonico di Lorenzo Santi (1822).
L’edificio, terminato verso la piazza nel 1814, ma completato solo durante l’Impero austriaco, dal 1922 ospita parte del Museo Correr.
fonti web.