LA CAMERA OTTICA: IL TRUCCO C’ERA… LA MACCHINA FOTOGRAFICA DI CANALETTO E COMPAGNIA.
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Nel Settecento vengono abbandonate le finzioni ottiche e i trucchi scenografici tipici del Barocco in favore della rappresentazione il più possibile realistica come veniva chiesto dall’Illuminismo.
La camera ottica, già nota nei secoli precedenti e perfezionato nel 1500 con l’introduzione di una serie di specchi e lenti, fu uno strumento fondamentale durante il periodo del Vedutismo.
Con la camera ottica l’immagine del paesaggio era proiettata su un foglio o direttamente su una tela e quindi ricalcata dagli artisti.
Il risultato dell’uso della camera ottica faceva in modo che i quadri così ottenuti fossero molto più precisi facendo quasi assomigliare il quadro con vedute fedelissime di canali, chiese, campi e monumenti veneziani ad una foto.
I maggiori Vedutisti
Tra i maggiori Vedutisti della Scuola Veneziana ricordiamo:
Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto che utilizzò la camera ottica per riprodurre le prospettive curando la precisione delle reali architetture dello scorcio;
Francesco Guardi che con lievità di tocco rese incantate le atmosfere lagunari cercando d’essere fedele all’ambiente generale;
Bernardo Bellotto, nipote di Canaletto che lavorò principalmente all’estero diventando famose per le sue vedute di Dresda, Varsavia, Vienna e Monaco.
Buon vedutista fu anche Michele Marieschi che, accanto alle belle vedute di Venezia, compose interessanti “capricci”.