La “common law” degli anglosassoni, così simile alle leggi venete
MA che strano, mi dicevo quando approfondivo il tema del diritto veneto.. ero convinto che i francesi ci avessero civilizzato anche grazie al codice di leggi napoleoniche, e invece il nostro sistema giuridico era modernissimo, del tutto simile al diritto anglosassone.
I veneziani rifiutarono fin dagli inizi di servirsi del diritto romano in uso ancora a Bisanzio, e per fare giustizia si basavano quindi sui precedenti, proprio come fa un giudice inglese o americano, e in mancanza di questi, i loro giudici dovevano decidere secondo coscienza (il famoso arbitrium), basandosi su un codice etico e morale che doveva mirare ad assicurare una giustizia equa. I giudici veneti erano, per potere far ciò, particolarmente indipendenti, non soggetti a influenze esterne, e la rotazione delle cariche era una garanzia.
L’amministrazione della giustizia che tratta il ricco alla pari del povero, che viene applicata equamente, è il cemento della società veneziana, caratterizzata da un forte senso comunitario e rafforzata da una mentalità aperta, pragmatica.
Tra san Marco e Rialto, tra il Palazzo e il Mercato, si intuisce uno stretto rapporto perché anche l’uomo politico è mercante: egli esce dal fondaco, sale le scale, sale le scale del Palazzo del potere e in esso porta l’eco dei bisogni, delle necessità di cui è stato testimone nelle pratiche quotidiane. Ecco quindi che l’interesse dello stato sa coincidere con l’interesse del comune cittadino. Non esisteva quindi una “casta” separata dai sudditi.