LA CROCIFISSIONE DI ALTICHIERO DA ZEVIO, UN CAPOLAVORO DELL’ARTE VENETA AL SANTO DI PADOVA
Il primo capolavoro che ci sia pervenuto di Altichiero, personalità di spicco nella pittura italiana e veneta del secondo Trecento, sono gli affreschi cappella di San Felice della Basilica del Santo, dove Altichiero dipinse le Storie di San Giacomo, in collaborazione con il bolognese Jacopo Avanzo, e, da solo, la maestosa Crocifissione, tra il 1376 e il 1379, su commissione di Bonifacio Lupi marchese di Soragna.
La Crocifissione è dipinta da tre arcate, ma le diverse scene sono trattate come un unico spazio. Al centro la Croce, isolata in alto e contornata da angeli, ricorda il medesimo soggetto di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, al pari del gruppo delle pie donne.
Ma straordinario è il dispiegarsi della folla attorno al Golgota, con un campionario di stati d’animo e di scene di vita quotidiana che non ha paragoni in un soggetto del genere: soldati indifferenti, passanti, spettatori incuriositi o inconsapevoli, madri coi bambini alla mano, persone che commentano… e poi le scene secondarie, come quella degli sgherri che rientrano in città, o quella delle vesti tirate a sorte, il tutto con una tale vividezza che are di trovarsi di fronte ad un vivido spaccato di una piazza trecentesca, con un’amplissima gamma di tipi umani e di atteggiamenti emotivi.