La deviazione del fiume Piave…scandali e disaccordi
di Theusk
Nel 1560 venne emanato dal Magistrato alle Acque il decreto per “la diversione della Piave dalla Cava Zuccherina al porto di Cortellazzo, levandola dal porto di Jesolo, troppo vicino al porto di Venezia” e fu stabilito che il nuovo taglio fosse ” tenuto ampio quanto l’alveo della Piave è rettilineo”.
Ci furono molte discussioni a riguardo, ma nel frattempo gli Esecutori alle Acque furono incaricati di predisporre alloggi per accogliere 700 badilanti in prossimità di Cortellazzo, vicino al Lido di Jesolo.
Gli alloggi vennero effettivamente allestiti, ma i lavori non iniziarono fino al 1568 quando in seguito ad alcune rilevazioni si riscontrò che la bocca portuale di San Nicoló era troppo interrata a causa dell’afflusso delle acque della Piave accumulatesi nel fondo marino.
Fu perciò subito inviato sul posto l’ing. Silvio Bolli che confermó l’urgente necessità di iniziare i lavori
I lavori effettivamente iniziarono da li a breve,ma vennero presto sospesi per cause di forze maggiori: Nel 1570 infatti ci fu la guerra di Cipro contro i turchi e nel 1576 si aggiunse anche la minaccia della peste.
Superati anche questi ostacoli, giunto finalmente il momento di riprendere con i lavori, risorsero le divergenze e gli ingegneri ritornarono a proporre di approfondire il vecchio Taglio di Re e la Cava Zuccherina così si perdettero altri 50 anni di discussioni perché l’opera non convinceva.
Nel 1615 una nuova commissione fu inviata in sopralluogo e questa constató che i vari tentativi per deviare le acque della Piave a Cortellazzo attraverso il taglio di Re si erano dimostrati inadatti allo scopo e fu allora indispensabile costruire un nuovo alveo.
In seguito a questo rapporto il Senato ordinó quindi un altro decreto con il quale venne nominato un consiglio di dodici persone incaricate di provvedere nel minor tempo possibile all’espulsione della Piave dalla Laguna.
Ma sfortunatamente gli imprevisti non erano finiti! nel 1639 infatti al vice proto Bonotti venne l’idea di strafare e cioè di allontanare ancora di più il fiume da Jesolo portandolo a sfociare a Santa Margherita e cioè a 12 chilometri più a nord del previsto.
Dopo lo scandalo Bonotti ed alcune “proposte indecenti” da parte di tecnici e studiosi, il 18 agosto del 1642 venne redatta “La scrittura della diversione della Piave a Santa Margherita di Caorle” giudicata dai più saggi come l’unico mezzo per rendere eterna la Laguna.
Nel 1664, dopo 22 anni di grandi lavori, la Piave, percorrendo il Taglio di Re e il Canale Cin, venne finalmente portata ad allagare le grandi paludi di Ribaga che, con i laghi di Cortellazzo, del Prete e del Livenzuola, debitamente cintati da argini, formarono il Lago della Piave, avendo per emissario la foce di Santa Margherita vicino a quella del Livenza.
Pochi anni dopo, peró, nel 1683 i fatti dimostrarono che quest’opera fu un errore perché la Piave seppe riprendersi la sua via, rompendo gli argini a Zendrona e scegliendo come emissario il Porto di Cortellazzo, raggiungendo così la sistemazione definitiva che tuttora mantiene.
Vi furono inchieste per punire i colpevoli della rotta, ispezioni, rilievi, deputazioni di ingegneri ma per fortuna tra questi ve n’era uno, Geminiano Montanari, dell’Università di Padova, che calmó gli animi e dimostró che l’evento non doveva essere considerato pregiudizievole, nè per la sistemazione idraulica del fiume , né per la spiaggia né tantomeno per il vicino Porto di San Nicoló.
Da allora, per sua scelta spontanea, la Piave passa per la strada che si è voluta scegliere cioè la foce di Cortellazzo
Liberamente tratto da E.miozzi
Una risposta
[…] trevigiano il fiume Piave straripò sommergendo e devastando un piccolo paesino di nome Segusino; in quello stesso periodo, […]