LA GRANDE PITTURA VENETA DELL’800. PIETRO PAJETTA.
Dal sito Anticoantico.com
Nato a Serravalle di Vittorio Veneto il 22 marzo 1845, morto a Padova il 10 aprile 1911.
Desideroso di darsi all’arte, giovanissimo aveva divisato di vestire la tonaca per togliersi dalle distrazioni e potersi consacrare alla pittura, quando (1860) scoppiò la guerra contro l’Austria, ed egli, malgrado l’età, si arruolò volontario.
Per l’interessamento del general Cialdini potè in seguito frequentare l’Accademia di Bologna. Durante il periodo di vita militare esordì, ad Alessandria, con Genio e povertà, che fu premiato con medaglia d’oro. Congedato, dovette lottare duramente per l’esistenza, e solo nel 1872 prese parte all’Esposizione di Treviso, con Bolla di sapone; Visita in città e La mattina.
Dipinse quadri di soggetto rustico che per sentimento, colore e maestria di composizione sono veramente pregevoli. Anche in altri soggetti si rivelò profondo ricercatore del vero, seppe esprimere con efficacia il dolore umano e fu uno dei migliori animalisti del suo tempo.
Nel 1881 inviò a Milano Requies e I vagabondi; nel 1883, a Roma, La preghiera e Nono no xè sì bon, e a Venezia, Unico patrimonio; al Palazzo di Cristallo di Londra, nel 1884, varie opere che gli fruttarono una medaglia d’argento; nel 1893, a Milano,Ammalato?, premiato con medaglia d’oro; nel 1895, a Venezia,Interno di stalla; nel 1898, a Torino, Paesaggio e Le gioie di famiglia, quest’ultimo premiato con l’assegno Levi ed acquistato dal Ministero dell’Istruzione Pubblica per la Galleria d’Arte Moderna di Roma; nel 1900, a Verona, Stalla di buoi; nel 1902, alla Quadriennale di Torino,Stalla; Preghiera e Angelo custode; nel 1904, a Padova, il bozzetto del quadro Follie e Testa di donna;
nel 1906, all’Esposizione tenutasi a Milano per l’inaugurazione del nuovo Valico del Sempione, La preghiera e il Ritratto del musicista Cesare Pollini di Padova; nel 1908, in quest’ultima città, San Sebastiano e Al pascolo; nel 1909, a Monaco, Fiori selvatici, e nello stesso anno fu invitato ad esporre al Salone di Parigi.
Altre opere notevoli: Sosta; Raggio di sole; Autoritratto; Follie; Spirito e cose; I vinti; Cantando la ninna nanna; L’odio; Madonna addolorata;Santa Barbara; Testa di Cristo; Ecce Ancilla Domini; Arrivo di Sant’Antonio morente all’Arcella; Estasi dei Francescani; Morte di Sant’Antonio; Apparizione alla Beata Margherita Alacoque;Adorazione del Ss. Sacramento; Madonna con Sant’Antonio e San Francesco d’Assisi.
Ritratti notevoli sono quelli di: Caterina Boccaloni nobile Malaspina; Il vescovo Callegari; Il monsignor Pietro Balan e L’astronomo Sacchi. Ma il talento pittorico del Pajetta si rivelò anche nella decorazione simbolica, e lo dimostrano il soffitto del palazzo Camerini in Piazzola e il soffitto della chiesa di San Giovanni Ilarione sopra Vicenza; le decorazioni della villa Valduga a Feltre; gli affreschi nel Duomo di Padova e in una villa di Vittorio Veneto. Moltissimi lavori del Pajetta emigrarono in America