LA REPUBBLICA DI SAN MARCO, UNICA, DOVE UN FIGLIO ARRESTO’ IL PADRE

ANTONIO GRIMANI, ELETTO DOGE.
Il senso del dovere, del bene comune, dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge, in altre parole il senso dello stato che porta il figlio di Antonio Grimani ad obbedire all’ordine del Senato di arrestare il padre possiamo trovarlo, in quei tempi dove le altre grandi nazioni europee eran rette da re che consideravano il regno loro esclusiva proprietà, lo possiamo trovare, dicevo, solo nella Repubblica di san Marco. Tutto questo era nel DNA dei Veneti fin dai tempi più antichi. Ecco cosa accadde allora:
Siamo nell’agosto del 1499 e una potente flotta musulmana composta da 67 galere, 20 galeoni, e duecento vascelli di dimensioni minori si scontra con quella di Antonio Grimani, vicino a Lepanto, dando luogo alla battaglia della Sapienza. Grimani comanda 47 galere, 10 galeoni e 100 vascelli minori. E’ quindi in netta inferiorità di forze e dopo qualche scambio di artiglieria, decide di abbandonare il campo. Questo, quando la notizia giunge a Venezia, sarà sospettato come un atto di viltà, degno degli arresti del comandante della flotta che deve finire sotto processo. Ma la modalità dell’arresto dovrà essere esemplare: viene mandato ad eseguirlo addirittura il figlio di Grimani che metterà i ferri ai piedi al padre, ritiratosi a Parenzo, immaginiamo con quale turbamento ed emozione.
Lo conduce a Venezia il 2 novembre, dove comunque, in attesa dell’esito dell’inchiesta viene trattato con ogni riguardo. Infatti, una sera, per sollevargli il morale, i parenti organizzano una festa all’interno delle carceri di palazzo Ducale. Processato e condannato, Grimani verrà privato della dignità di Procuratore (carica altissima, che poteva preludere anche al dogado) e relegato nell’isola di Cherso, dove fuggirà l’otto ottobre 1502, per rifugiarsi a Rome dal figlio Domenico, cardinale.
Ma, dopo aver valutato meglio la vicenda (la sproporzione delle forze a favore del Turco era evidentissima) si deciderà di perdonarlo ridandogli la carica di procuratore di san Marco. Ora ha tutto il curriculum necessario per ambire alla carica di doge. e così accadrà nel 1521, anno della sua elezione al supremo ufficio Una storia straordinaria che valeva la pena ricordarvi. All’altezza degli ulivi di Puglia.. caro Boccia…. o no?? 😀