LA SERENISSIMA E IL PROBLEMA DEI ‘CINGANI’
di Milo Boz
Anche la repubblica marciana ebbe ad affrontare il problema degli zingari, e l’esasperazione dei veneti di terraferma era tale che non esitò a ricorrere a misure molto drastiche, verso un gruppo riottoso ad ogni volontà di integrazione, e che viveva oggi come allora, per la maggior parte, di furti ed espedienti quali l’accattonaggio fastidioso. E il governo veneto era considerato universalmente forse il più giusto ed umano di Europa. Leggete qui… ringrazio l’amico Dan Morel Danilovich
Se bene per Parte (Delibera) del Maggior Consiglio di 21 Dic. 1549 e 15 Luglio 1588, è stato provvisto che li Cingani, per li molti danni, e disturbi, che infierivano a li Territori de lo Stato Nostro, non potessero haver ricetto in alcun luogo, sotto pena di Bando, Galea, e anco di poter essere impunemente ammazzati. Nondimeno li vede, che tuttavia vi stanno in molto numero, con danno grandissimo di detti Territorii, a quali vien anco dato recapito da molti, e che partecipano delli loro ladrocinii, con mala soddisfazione delli poveri Contadini, e altri, che ricevono da loro molti danni.
L’anderà Parte (regola) che salve, e riservate le sopraddette leggi, sia a quelle aggiunto, che tutti li Rettori nostri in Terraferma, debbano una volta l’anno far pubblicar le sopraddette Parti; e, oltre di ciò, faccino proclamare che, se alcuno darà recapito, o alloggerà li predetti Cingani, incorrerà in pena di servire per anni tre, in Galera, alla Catena, o altra pena, che parrerà alli Rettori, secondo la qualità della persona.
E subito, che detti Cingani capiteranno in altri luoghi, siano obbligati li Meriga sotto egual pena, d’andar a dar in nota alli Rettori più vicini, acciò possano esser cacciati del tutto dallo Stato veneto, e castigati quelli, che gli avessero dato recapito. Non poteno li Rettori predetti concedere a detti Cingani, in modo alcuno, né a voce, nè con lettere, patenti, o passaporti di alcuna specie, nè per transito, nè altrimenti di poter stare, o passare per lo Stato nostro, senza licenza di questo Conseglio, e le sia medesimamente, e sopratutto proibito di poter venire a Venezia.