Un ritrovamento archeologico ha destato l’interesse degli svedesi, anche per la persona speciale che ne è stata l’autrice: una piccola svedese, che nuotava in un lago nei pressi di casa sua. Ha sentito, probabilmente con i suoi piedini, qualcosa di duro e ha estratto quella che pareva ed era una spada che gli esperti hanno classificato come pre vichinga del V e VI secolo.
LA SPADA TROVATA IN SVEZIA
Gli studiosi hanno supposto che quello probabilmente era un luogo destinato alle offerte votive, un luogo sacro, all’aperto, esattamente come nelle acque sacre di Lagole, il laghetto nei pressi di Calalzo, dove i Veneti buttavano lamine votive e o piccoli bronzi.
E non solo: tempo fa fu rinvenuta una spada venetica in bronzo sulle rive “della” Brenta, gettata nelle acque sacre dai nostri antenati probabilmente con gli stessi scopi rituali degli antichi svedesi.
I fiumi in Veneto, fino alla generazione dei nostri nonni, avevano nomi declinati al femminile, e la spada era più o meno coscientemente, un simbolo fallico destinato a possedere l’elemento femmineo.
Affinità indubbie che ci rimandano all’origine dei Veneti nel nord Europa, poco distante dall’attuale costa svedese.
Spada paleoveneta trovata sulla Brenta, erroneamente classificata come celta
E questo rinvenimento della piccola svedese, mi porta alla mente la scena finale descritta nella saga di re Artù, nata dal VI secolo in una zona anticamente abitata dai Venedoti (collegati, pare, ai Veneti dell’Armorica nel nord della Francia attuale) in cui l’eroe lancia la sua spada nelle acque, che viene afferrata da una mano misteriosa.
I cavalieri di re Artù sedevano in una tavola rotonda, ove ognuno era alla pari degli altri, non essendovi un posto centrale: come accadeva per i paleoveneti seduti in assemblea sotto il tiglio, e come sarà molti secoli dopo, nel formarsi dell’aristocrazia veneziana, che combatteva in ogni modo l’individualismo e il predominio nella gestione del potere, di una singola famiglia o uomo. Continuando così una tradizione antichissima dei Veneti nostri Padri.
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