LA STRANA MORTE DI IPPOLITO NIEVO. LA PRIMA STRAGE DI STATO?
http://www.associazioniduesicilie.it/ oggi ospito questo articolo documentatissimo e inquietante degli amici neo borbonici.
Ippolito si imbarcò sul vapore “Elettrico” a Napoli il 15 febbraio del 1861 e giunse a Palermo tre giorni dopo. Verso la fine del mese, dopo aver raccolto una imponente documentazione cartacea che stivò in sei capienti casse, si imbarcò sul vapore “Ercole” per far ritorno a Napoli.
Sulla nave, al comando del capitano Michele Mancino, vi erano 63 marinai, 12 passeggeri e 233 tonnellate di merci. Nella notte tra il 4 e il 5 marzo, giunti quasi in vista dell’isola di Capri e, quindi, molto vicini alla meta, la nave improvvisamente si inabissò. Non ci fu alcun superstite.
Si trattò, in effetti, di una strana circostanza in quanto quella notte il nave era piatto come una tavola e ottime le condizioni atmosferiche. Forse quella vecchia carretta aveva avuto un cedimento strutturale. O forse no. Stanislao Nievo, pronipote di Ippolito, parecchi anni dopo, parlò senza mezzi termini di affondamento provocato da una esplosione. L’Ercole, insomma, fu fatto saltare in aria e sprofondare negli abissi marini proprio per distruggere prove lampanti di situazioni poco lecite e compromettenti. Ma per chi? Per Garibaldi o per i suoi amici/nemici di Torino?
Una domanda alla quale, ormai, nessuno potrà più dare risposta. La scomparsa di quei documenti, nei quali si trovava di certo la chiave per risolvere il mistero, non placò le polemiche tra cavouriani e garibaldini che anzi proseguirono roventi per un bel pezzo. E se i primi continuavano ad evidenziare l’allegra gestione finanziaria e le ruberie dei garibaldini nel periodo della dittatura siciliana, questi ultimi, invece, parlavano di misteriosi agenti del primo ministro entrati in azione per cancellare scomode verità. Come quelle contenute nei bauli di Ippolito Nievo finiti in fondo al mare del golfo di Napoli e non più ritrovati. E’ questa una pagina tanto inquietante, quanto poco conosciuta, estrapolata tra i tanti e controversi eventi che portarono all’unità d’Italia. Eventi che non furono tutti eroici né tanto meno edificanti. Ma questo la vulgata storica dominante non lo riconoscerà mai.
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