L’INTERVENTO DELLO STATO MARCIANO NELL’ECONOMIA
Di Marco D’Aviano.
Nella Veneta Serenissima Repubblica l’intervento dello Stato in economia (come pure nella vita pubblica e persino nella vita privata) era piuttosto intenso. Nulla era lasciato al caso, ogni stortura era subito raddrizzata. Eppure, grazie all’intervento protettivo di uno Stato (spesso definito “paternalista”) tutti vivevano bene: così come i genitori che si curano dei figli con avvedutezza li rendono felici, così anche i cittadini che godono della protezione dello Stato vivono meglio.
Lo Stato aveva affidato l’enorme apparato assistenziale alla vita sociale cattolica, in parte ad organizzazioni di credenti che non erano preti (cosiddetti laici), come le Schole di devozione e le Arti, in parte ad istituti religiosi. Questo complesso funzionava assai meglio che l’odierno apparato assistenziale di carattere burocratico.
L’intervento pubblico era massiccio anche in campo economico, la Repubblica difendeva l’impresa privata con severe leggi protezionistiche e anche con le armi.
Oggi si assite anche ad un altro fenomeno: la distruzione della piccola impresa, a favore delle multinazionali, dei gruppi bancari, della grande industria, delle lobbies corporative. La Repubblica faceva il contrario: difendeva sempre i piccoli imprenditori dalla pressione dei più forti. Uno dei fenomeni degenerativi di oggi è la contribuzione pubblica all’impresa, che falsa la libera concorrenza e crea camorre e privilegi (vedi anche i fondi europei). Una cosa del genere nella Veneta Serenissima Repubblica sarebbe stata vista come fumo negli occhi.