la supplica (oggi si direbbe,”il reclamo”) al governo veneziano… che provvederà a far giustizia.
Di Millo Bozzolan
Maltrattata dagli attuali proprietari del feudo (al momento della supplica due famiglie aristocratiche veneziane), la gente del posto chiede il ritorno alle originali guarentigie usurpate, a loro dire, dai feudatari di quel tempo.
Cosa che si poteva ottenere, poiché non si era sottoposti all’arbitrio di alcuno, ma esistevano i patti, le consuetudini, le leggi a cui tutti dovevano sottostare. Da qui la supplica (oggi si direbbe,”il reclamo”) al governo veneziano. Esisteva un precedente trattato, violato e da far rispettare.
Il collegio di Auditori che esamina la pratica era composto da 5 membri e all’unanimità decidono di approfondire, chiedendo una relazione dettagliata al Podestà e al capitano di Capodistria che comprenda anche il profilo dei firmatari, onde verificarne l’attendibilità.
Certamente, se le cose narrate fossero state vere, gli auditori avrebbero aperto la causa e abbassato “la cresta” ai nobili veneziani, come faceva di solito la giustizia veneta, in questi casi. Edoardo Rubini, esperto di diritto veneto, potrà commentarlo a dovere. colpisce anche che la comunità fosse solita eleggere il parroco, e questa era una consuetudine molto diffusa tra i veneti, abituati alla democrazia dell’assemblea popolare, anche in fatto di gerarchie religiose. splendido.
Il costume delle magistrature venete di offrire pronta ed equa giustizia a tutti, senza considerare classe e rango delle parti in causa, fu la colonna portante del grande consenso e attaccamento popolare delle varie Comunità alla Veneta Serenissima Repubblica. Già San Tommaso d’Aquino notava che la buona amministrazione della Giustizia è tra i necessari requisiti della solidità dello Stato. Ciò spiega anche perché lo Stato italiano sta affondando nella corruzione e con la conseguente disaffezione dei cittadini (così risponderebbe il Rubini, conoscendolo). WSM!