“L’AN DE LA FAM” A FELTRE, INVASA DAGLI AUSTRO-TEDESCHI.
Di Millo Bozzolan

Piazza Maggiore, veneziana, col Palazzo dei Rettori. La Cancelleria ospitò un giovane Goldoni e nel teatro del palazzo furono replicate le sue prime commedie.
Dovete sapere che Feltre conobbe per un anno l’occupazione degli austro-ungarici e il ricordo delle condizioni di vita durissime, si è tramandato nelle vecchie generazioni con il modo di dire, appunto, “l’an de la fam”.
Non che i “crucchi” fossero votati alla malvagità più degli italiani… il fatto era che la guerra fu vinta dagli alleati degli italiani grazie soprattutto al grano americano, e il nemico fu preso per fame.
Nelle zone occupate, tutti, vecchi donne e bambini per la più parte, si dovettero sgridare persino le foglie delle ortiche. Ne ebbi la prova leggendo un diario tenuto da un maestro di Seren, edito anni fa a cura del Comune. Furono veramente tempi terribili, in cui la gente morì di stenti, in un campo di concentramento senza sbarre.
E i “todeschi” già alla fame, derubarono di tutto i poveretti che l’esercito italiota aveva “dimenticato” di evacuare,prima della ritirata.Perché risultò anche che nessuno li aveva avvisati o invitati a porsi in salvo.
Questa foto mostra Feltre nell’anno di occupazione, piazza Maggiore (venezianissima, col palazzo dei Rettori e il tribunale sulla destra). ancora oggi sotto il palazzo compare una scritta dell’esercito austriaco. E la piazza fu intitolata a Carlo I (anche quello si legge, scolorito, fu l’erede di Francesco Giuseppe, salito al trono per assistere al crollo della “Felix Austria”).