PIO V, IL PAPA “CON LE PALLE” CHE RESE POSSIBILE LEPANTO.
Di Millo Bozzolan
Fedele allo spirito di crociata e perfettamente consapevole della minaccia turca – rinnovata, dopo la morte di Solimano, dal nuovo giovane sultano, Selim, salito al trono nel 1566 -, san Pio V si adoperò in ogni modo per appianare i contrasti tra le potenze cristiane mediterranee e per spingerle a uno sforzo comune.
Intanto, mentre le guerre di religione infuriavano in Francia e nei Paesi Bassi, l’espansione turca riprendeva minacciosa, non solo sul mare, ma anche alle frontiere ungheresi dell’impero. Inoltre, non senza sospetti di manovre turche, una rivolta dei musulmani di Granada, scoppiata nel 1569, si estendeva a gran parte dell’Andalusia, protraendosi a lungo.
Mentre le forze spagnole erano impegnate in questa difficile guerra, alla fine vinta sotto la guida di don Giovanni d’Austria – venticinquenne fratellastro del re di Spagna Filippo II -, Tunisi cadeva in mano musulmana e i turchi si apprestavano ad attaccare Cipro, approfittando delle difficoltà di Venezia, della quale, tra l’altro, era bruciato quasi completamente il famoso Arsenale, per un incendio dì cui non si può escludere l’origine dolosa (16). Nel luglio, in effetti, i turchi sbarcavano a Cipro e nel settembre conquistavano la capitale, Nicosia. La resistenza cristiana continuò nella più fortificata Famagosta, sotto la guida dell’eroico Marco Antonio Bragadin, poi destinato a orrendo supplizio quando, nell’anno successivo, la città dovrà cadere, nonostante le promesse e i patti.
San Pio V colse l’occasione dell’attacco a Cipro per superare la politica, ormai insufficiente, dei piccoli e occasionali aiuti. Fin dall’inizio perseguì la costituzione di una vera e propria lega. Le trattative furono lente; bisognava superare interessi divergenti. Alla fine la Sacra Lega fu firmata il 20 maggio 1571, nonostante gli sforzi della Francia, che cercava di dissuadere Venezia; nonostante la riluttanza di Filippo Il a impegnarsi nel Mediterraneo orientale; nonostante lo scetticismo dei veneziani, rafforzato da una deludente campagna fiaccamente condotta nell’autunno del 1570; nonostante i contrasti tra il granduca di Toscana Cosimo I e il sovrano spagnolo. Ed essa ebbe anche rapida attuazione, nonostante le obbiettive difficoltà di radunare e concentrare una forza ingente, come previsto dall’accordo e come necessario per la situazione, costruendo e armando navi, arruolando marinai e soldati, provvedendo ai rifornimenti resi tanto più difficili, in quanto il raccolto del 1570 era stato cattivo nei paesi spagnoli.
fonti web
Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit”, che significa “non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci ha resi vincitori” , fu il motto decretato dal Veneto Senato per immortalare la battaglia di Lepanto, combattuta il 7 ottobre 1571.
Questo in un’epoca in cui l’uomo guardava più a Dio e meno al proprio ego e alle proprie miserie.
In particolare, la Fede Cattolica era la base valoriale della Veneta Serenissima Repubblica.
Il pensiero ed il comportamento di papa Pio V rappresentano alla perfezione secoli e secoli di Civiltà Cattolica, di cui oggi si sono perduti il senso ed il ricordo, persino dentro quel che resta della Chiesa.
Come accade ancor oggi, la Francia ammiccava all’Islam come forza contrapposta alla Cristianità (oggi in compagnia degli U.S.A.).