LA TOLLERANZA RELIGIOSA, VENEZIA E GLI ORTODOSSI
Si parla spesso a sproposito della tolleranza religiosa, cercandone le origini nel secolo dei Lumi, ma in realtà a Venezia era un costume consueto da secoli. E non poteva esistere un impero talassocratico (aristocrazia marittima) multietnico e cosmopolita se tali principi di reciproco rispetto non fossero stati recepiti dal governo centrale. Tutto sarebbe crollato nel giro di poco tempo e Venezia ne era ben cosciente… Ecco un esempio: il rapporto di devozione filiale tra la comunità ortodossa e Venezia.
“Il primo novembre 1539 si avvia la costruzione della chiesa di San Giorgio dei Greci, ad opera di Sante Solari, detto Il Lombardo, nipote del più celebre Pietro. La chiesa verrà completata l’11 luglio 1573 da Giannantonio Ciona. I Greci avevano trovato rifugio in massa a Venezia dopo la caduta di Costantinopoli e per adempiere ai loro riti religiosi venivano ospitati dalla chiesa di San Biagio Vescovo vicino all’Arsenale.
In seguito la Repubblica, visto il loro gran numero, circa 4mila, in gran parte editori, artisti e letterati, accorda alla comunità (1526) la possibilità di praticare il rito ortodosso in un proprio edificio, e quindi permetterà l’acquisto di un vasto terreno lungo rio San Lorenzo per costruirvi poi una scuola (la schola di San Nicolò dei Greci eretta dal Longhena) con annessa chiesa dove si celebrerà senza interruzioni la messa con rito ortodosso. Il campanile innalzato nel 1587 da Bernardino Ongarin su disegno di Simone Sorella, diventerà poi pendente e sarà restaurato nel 21° secolo. ”