LA VOGA VENETA
di Simonetta Dondi dall'Orologio
Tutt’oggi ammiriamo l’eleganza della “voga alla veneta” tanto che esiste una scuola per apprendere questa pratica millenaria….si differenza completamente da tutte le altre del mondo!
Semplicemente per il fatto che il rematore deve rimanere in piedi dà una immagine di fierezza, combinato poi con la bellezza della gondola che combina alla perfezione con il gondoliere.
La ragione per la quale si remava di questa forma a Venezia era, ed è, per le strette calli che impedivano che i remi si potessero aprire in orizzontale per circolare ed, allo stesso tempo, all’icrociarsi due imbarcazioni non c’erano problemi di colpi tra i remi delle due imbarcazioni.
Un autentico brevetto di uno sviluppo tecnologico impressionante!
Per realizzare una gondola bisogna procurarsi tredici essenze di legno diverse, una imbarcazione lunga undici metri e costruita con forma asimmetrica per consentire la perfetta maniovralità anche governandola da soli.
Le forcole dove appoggia il remo hanno la bellezza di una scultura, nessun paragone con altre culture marine. Potenti braccia che vogavano merci per tutta la Laguna.
Bisogna anche ricordare che la Serenissima, fino al XVI secolo vogavano sui remi per libera scelta, quando in altri stati erano galeotti incatenati ed obbligati in tristi condizioni di vita.
I gondolieri portavano alla cintura una clessidra per valutare il tempo che impiegavano in un percorso e così offrire buone prestazioni di lavoro.
Oggi nonostante la motorizzazione ammiriamo ancora questa tradizione millenaria…silenziose imbarcazioni che non provocano nemmeno l’oleggiare delle acque.