L’Arco delle Scalette di Porta Monte a Vicenza.
Tra le opere che il grande architetto padovano Andrea Palladio ha lasciato a Vicenza, sua città di adozione, c’è un singolare monumento, che rievoca gli archi trionfali tipici dell’antica Roma. Il progetto risale al 1575 circa, ma l’Arco venne edificato nel 1595, quando Palladio era morto da alcuni anni.
I frati Servi di Maria, da tempo chiedevano la sistemazione del percorso che dai piedi del colle a sud della città, dalla porta Monte conduceva al Santuario della Madonna di Monte Berico, umili scalini sconnessi e poco agevoli. Su quel colle, la Madonna per due volte era apparsa alla contadina Vincenza Pasini, nel 1426 e nel 1428, durante una pestilenza, promettendo la fine della peste se fosse stata edificata una chiesa in suo onore. La chiesa era stata costruita e la peste era cessata. Tuttora Monte Berico è centro della devozione dei vicentini e non solo, meta di numerosi pellegrinaggi.
Tra i compiti che Capitano veneziano Giacomo Bragadin assegnò all’architetto, oltre al progetto dell’Arco e la sistemazione delle scalette, probabilmente c’era anche l’ampliamento della prima chiesa gotica di Monte Berico, che la morte di Palladio non permise di realizzare. Per la ristrutturazione del tempio mariano bisognerà aspettare la fine del secolo successivo, quando l’architetto Carlo Borella, utilizzando in parte i disegni originari di Palladio, amplierà e ristrutturerà il Santuario. Borella si discosterà però dal progetto di Palladio, dando alla chiesa forme barocche, che possiamo vedere in città anche nella chiesa di S.Maria in Aracoeli, dello stesso autore.
L’ arco trionfale a un solo fornice tra due coppie di semicolonne di ordine corinzio, è sormontato dalle statue dei santi protettori Leonzio e Capoforo, al centro domina il Leone veneziano, tutto opera di Francesco e Giambattista Albanese.Francesco probabilmente fu direttore del cantiere. La costruzione è in pietra delle cave vicentine, semidura nella parte inferiore e tenera in quella superiore. Nell’incavi dell’arco sono collocate le statue dell’Angelo Annunziante e della Vergine Annunziata, opere di Orazio Marinali.
La sistemazione del percorso, un tempo unica via d’accesso a Monte Berico, favorì il moltiplicarsi delle visite dei devoti e dei pellegrinaggi. L’apertura, in seguito, di una nuova via per il santuario più vicina al centro città (in seguito percorribile anche da veicoli) e la a costruzione dei famosi e caratteristici portici, portarono a un progressivo trascurare la salita delle scalette.
La scalinata d’accesso ha subito nel tempo varie manomissioni. In origine era formata da scalini più larghi, poi ridotti di ampiezza. Nel 1797, all’arrivo delle truppe napoleoniche, il Leone sovrastante l’Arco venne abbattuto, per essere ricollocato poco prima della IIa guerra mondiale.
Sia l’Arco monumentale che i 191 gradini, situandosi non lontani dalla stazione ferroviaria, subirono gravi danni durante i bombardamenti ”alleati” del 1944. L’ Arco è stato quasi integralmente ricostruito, utilizzando per quanto possibile il materiale originario.