LE CARMELITANE GHIGLIOTTINATE NEL 1794 a Parigi

Una risposta

  1. Marco d'Aviano ha detto:

    Il racconto è sconvolgente e dovrebbe aprire gli occhi anche ai più insensibili ed ottusi tra i liberali, anche a quelli che sostengono che la Rivoluzione Francese fu la negazione del liberalismo, quando invece fu l’anticamera della sua affermazione in tutta Europa.
    Riguardo a Compiegne, volevo fare un racconto che ci fa saltare dal 1794 ad altri due anni drammatici, il 1918 e il 1940: è davvero incredibile che fatti così importanti siano accaduti tutti nel stesso paesotto di campagna.
    L’armistizio di Compiègne mise fine alla belligeranza tra Germania a Francia nella prima guerra mondiale; fu sottoscritto alle ore 11:00 dell’11 novembre 1918 tra l’Impero tedesco e le potenze Alleate in un vagone ferroviario nei boschi appunto vicino a Compiègne in Piccardia; l’atto segnò la fine dei combattimenti. Conteneva clausole dure per la Germania, che però si salvò così dall’invasone alleata da parte dell’Intesa, con più gravi conseguenze.
    Incredibile quello che accadde 22 anni più tardi.
    Quando Hitler ricevette notizia dell’intenzione del governo francese di negoziare un armistizio, scelse immediatamente la medesima zona di foresta vicino a Compiègne come sede per le trattative. Tale armistizio fu sempre considerato dai nazionalisti tedeschi come un’onta da vendicare il prima possibile; pertanto la scelta di questo luogo per l’accettazione della resa francese aveva per i tedeschi un forte significato simbolico. Su precisa disposizione del Führer, inoltre, le delegazioni francesi e tedesche si sarebbero dovute incontrare nello stesso vagone ferroviario utilizzato nel 1918 all’atto della resa tedesca. A tale scopo il vagone fu portato fuori dal museo dove era stato collocato e preparato per lo svolgimento delle nuove trattative.
    La scelta di una simile collocazione aveva per i tedeschi un forte significato simbolico; tale significato emerge in modo chiaro dal testo del Preambolo alle condizioni d’armistizio tedesche, preparato da Hitler e di cui diede lettura il colonnello generale Wilhelm Keitel. In quel testo, infatti, si afferma che proprio da quel vagone ferroviario l’11 novembre 1918 emanarono il disonore, le umiliazioni e le sofferenze che avevano afflitto la Germania dopo la Grande guerra. La firma in quel luogo ebbe dunque per Hitler e per i militari tedeschi il gusto di una rivincita.

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