LE GALEE VENETE A LEPANTO, QUALCHE PARTICOLARE.
Riprendo un piccolo brano dell’avvocato, nonché storico Ivone Cacciavillani dove ci parla delle navi veneziane e dei suoi comandanti. A Lepanto molte furono armate col contributo della Terraferma e presero il nome delle città che le avevano pagate.
“al comando delle galee militari erano posti i Sovracomiti: i Sovracomiti erano nobili designati dalla Repubblica al comando di una galera, erano i padroni assoluti della nave, la governavano da soli. Ne conseguiva una accentrazione dei loro difetti come delle loro qualità. Comunque nessuno a bordo era in grado di frenarne il potere o di consigliarne autorevolmente l’azione. Così i comandanti delle squadre di cui ne facevano parte si comportavano con loro più da colleghi che da superiori. Erano infatti tutti membri della stessa classe dirigente, talvolta parenti, o amici.” (Tenenti)
… Le ordinarie galere marciane non avevano un nome proprio e costante, ma assumevano di volta in volta al femminile quello del sovracomito che ne aveva il comando, per modo che la galera sulla quale stava un Mocenigo era la Moceniga ; quella di un contarini la Contarena; quella di un Loredan, la Loredana.
Le unità fornite dalle città di Terraferma, pur sempre comandate da un patrizio del posto,prendevano il nome della città stessa, come la Veronese, la Trevisana. Il Capitano Generale da Mar, che era la più alta carica militare, avendo giurisdizione anche sulle milizie di terra, alzava la sua insegna su una galera che si denominava ‘bastarda‘ , per essere di dimensioni maggiori di tutte le altre, ma ufficialmente designata come ‘la Capitana‘ o anche ‘Generalizia‘.
L’armamento di una galea veneziana era tutto piazzato sotto il palco che si ergeva a prua, noto come ‘rembata’ , formato dal complesso di bocche da fuoco che potevano tirare solo per asse, con un angolo di brandeggio fisso e un alzo minimo di punteria. Le più grandi stavano ‘incavalcate’ su appositi letti di legno senza ruote, ma con dispositivo di scivolo atto a convertire il rinculo. (Rubin de Cervin) che consentiva la ricarica del pezzo per la sua nuova messa in posizione di sparo.
Da “Lepanto” di I. Cacciavillani. pagg. 82-83.
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Una cortesia se possibile, dove posso trovare approfondimenti per quel nome riportato tra parentesi (Rubin de Cervin) ?
E’ il nome della piazza del mio paese e mi piacerebbe saperne di più
Ringraziando sin d’ora cordialmente saluto
Stefano Zanellato
…Forse tratto da “La Flotta di Venezia ” ?