£a baracòcola e el basegò ANCHE QUA I VENETI PARLANO GRECO.
Come ho già scritto, tanti termini del veneziano e poi della “lengua” veneta in genere hanno radici antiche che trasudano storia. Ecco cosa ci racconta Gianna Marcato dell’università di Padova.
Tra le più antiche voci di derivazione greca presenti in veneziano troviamo il nome di un’erba aromatica preziosa per il suo profumo. il “basegò” o basilico e frutti esotici, l’anguria e la “baracòcola” (albicocca), detta anche “arme£in” (forse per il vellutato sentire carezzando la sua buccia, simile al tatto a una pelliccia di armellino, appunto.)
Evidentemente il basilico, l’anguria, l’albicocca, sconosciuti a Venezia, erano giunti dai mercati dell’oriente, diffondendo il proprio nome bizantino. I prestiti greci nel veneziano sono numerosi, e risalgono a periodi diversi, anche se certamente non al periodo antico classico, come al tempo si tentava di dimostrare per un bisogno analogo a quello della ricerca delle presunte origini troiane dei veneti. Anche se sappiamo della presenza di colonie greche nell’alto Adriatico fin dal IV secolo avanti Cristo.
Le parole più numerose di origine bizantina riguardano l’arte nautica, ma anche la pesca, attività professionali o commerciali, abitudini, monete, unità di misura, che circolavano comunemente in tutti i porti del Levante. E’ curiosa la presenza anche di voci nell’edilizia, come “arpese” (tirante), e “gorna” (grondaia). Ma Venezia per lungo tempo si servì di capomastri e muratori specialisti importati da Bisanzio.
Deriva dal greco, passando probabilmente attraverso lo slavo, anche il nome del simbolo di Venezia, la gondola, che così tanto ha caratterizzato il paesaggio lagunare.
Gianna Marcato. pagg. 96-97 di “Parlar veneto”.