LE INQUISIZIONI MODERNE, un pensiero di Rino Camilleri
Da un articolo di Rino Camilleri
INQUISIZIONI MODERNE
Ai laicisti odierni che si rifanno ai loro antenati Illuministi ricordiamo il Comitato di Salute Pubblica e la ghigliottina per quelli che avevano «idee un po’ diverse». Oggi, a Terzo Millennio inoltrato, abbiamo leggi che sbattono in galera chi professa «idee un po’ diverse» su omosessualità e minoranze (anche animali) che l’odierno Stato ideologico ha dichiarato sacre. Morale: non esiste, né può esistere, una società che non si basi su un corpus strutturato di idee (chiamateli, se volete, valori, princìpi, religione civile) e che non lo difenda se vuole continuare a sussistere.
Chi dissente può essere tollerato, ma se insiste diventa sovversivo. La nostra liberalissima Italia prevede quelli che sono a tutti gli effetti reati di opinione (legge Mancino, divieto di apologia del fascismo etc.), ma non fa altro che difendere quel famoso corpus di idee su cui si fonda. Nei secoli cristiani tale corpus era la dottrina cristiana, tutto qui. Sotto quale inquisizione sia meglio vivere lo sa chi conosce la storia.
Nota di BastaBugie: solo chi conosce il passato può vivere bene il presente e prepararsi adeguatamente al futuro. A tal proposito scrive giustamente Rino Cammilleri su Antidoti del 6 febbraio 2015: “Al vedere le efferatezze del Califfato, tutti parlano, con orrore, di «medioevo». Ma i precedenti, civilissimi, Romani, erano meglio? Crocifissioni indiscriminate per i non «cittadini» e decapitazione per questi ultimi, cristiani arsi vivi o sbranati dalle belve, gladiatori che si massacravano per divertire il popolo, torture inenarrabili nelle carceri, schiavi di ogni età a uso e consumo dei padroni. E se questo facevano i Romani (il cui «diritto» si studia ancora oggi nelle università), pensate un po’ gli altri. Niente, ogni barbarie continua ad essere definita «medievale». Invece, fu proprio l’opera incessante del cristianesimo (e giusto nel Medioevo) a costruire una civiltà un po’ più giusta e meno crudele. L’unica.”