L’ESERCITO VENETO, vestiario e servizi logistici.
Il vestiario della truppa era rinnovato ogni tre anni, in maniera graduale, ed era compito dei capitani, che avevano però l’obbligo di acquistare le stoffe dalle fabbriche e lanifici autorizzati ubicati a Schio, Castelfranco, e Alzano nel bergamasco. Venivano inviati dei modelli ai vari reggimenti, che dovevano servire da riferimento per i sarti, assieme a una descrizione precisa. I fornitori erano ispezionati ogni bimestre da cinque Savi alla Mercanzia, i quali accertavano la qualità dei panni e delle lane ad uso militare. Nel 1702 fu introdotta la Cassa del vestiario per la Fanteria Italiana e poi anche per quella Oltremarina.
I servizi logistici erano pressoché inesistenti. I soldati veneti ( e questo credo fosse comune a tutti gli eserciti dell’epoca) non avevano brande o pagliericci, dovevano provvedere da soli. Dormivano, in genere vestiti, per terra, o sulle tavole avvolti in una “schiavina” (coperta); questo fino al 1781, anno in cui, per i presidi più freddi e disagiati, furono distribuiti i “pajoni” che si usavano nelle nostre campagne fino all’ultimo dopoguerra.
Al rancio i soldati provvedevano da soli, affittando dal “bettoliere“o bettolino di caserma, pentole e stoviglie, gli attrezzi per cucinare e il “tavolier” per la polenta immancabile.
Se siete interessati all’aspetto delle ultime uniformi.. eccovi un mio esauriente articolo : http://www.icsm.it/articoli/ri/fanteriaveneta.html