l’europeismo come politica religiosa anticristiana.
di Roberto De Mattei
Se dietro ogni progetto economico c’è una mèta politica, dietro ogni progetto politico c’è a sua volta un’idea religiosa. L’europeismo è in questo senso un progetto funzionale a una visione politica e religiosa strutturalmente anticristiana, una sorta di “Repubblica universale” nella quale si amalgamerebbero tutti i Paesi della terra, attuando il sogno sincretistico e ugualitario di fondere tutte le razze, tutti i popoli e tutte le religioni.
La strada scelta per attuare questo piano è quella “funzionalista”, dei “piccoli passi”, di Jean Monnet. Una serie di passaggi obbligati porterebbero dal mercato unico alla moneta unica, dalla moneta unica alla fiscalità unica e dalla fiscalità unica all’azienda unica europea, controllata da poteri forti quali la Banca Centrale, la Commissione, la Corte di Giustizia e il Parlamento Europeo.
Una volta avviata la moneta comune, l’unico strumento che resta in piedi per controllare gli squilibri e le crisi economiche è quello del prelievo e della redistribuzione fiscale. Ma, se la rinuncia al diritto di emettere denaro di corso legale e di svolgere un’autonoma politica economica attraverso i cambi significa la cessione di un elemento essenziale della sovranità nazionale, l’unificazione fiscale colpisce ancora più profondamente l’essenza della sovranità politica. Il principio che guidò il processo di indipendenza delle colonie americane dal governo britannico fu, nel XVII secolo, la formula «no taxation without representation» (nessuna tassazione senza rappresentanza).
TASSE SENZA ELEZIONI
Lo slogan dell’Unione Europea sembra invece essere il contrario: le tasse, senza elezione dei rappresentanti. L’ultima parola è ai tecnocrati, che non rispondono alle istituzioni rappresentative, Parlamento e governi, ma a club, logge, gruppi di potere i cui interessi sono in antitesi con quelli nazionali.
Questo processo non implica solo la fine della rappresentanza democratica e degli Stati nazionali, ma mira a scalzare la famiglia e la proprietà privata, basi dell’ordine naturale e cristiano, secondo l’antico sogno di Marx ed Engels, che pretesero dare un fondamento “scientifico” alle idee dei socialisti utopisti come Saint-Simon.
Il marxismo, come il sansimonismo, è una visione anticristiana del mondo, che soggiace al culto dell’euro oggi professato, dai tecnocrati di Bruxelles e di Francoforte. La prima condizione per far fallire quest’utopia panteista e ugualitaria è rivelarne le origini e la mèta.
L’idea cristiana è l’unica che può salvare noi Veneti dalla distruzione totale. WSM!