Tempo fa, un lettore “italianista” dopo aver letto in twitter la mia nota sulla posizione “protestante” di Venezia rispetto alla curia romana, mi ha irriso, chiamandomi “venetista ” forte forse della sua patente di ignorante (nel senso di uno che non sa) rilasciata nientemeno che dalla Cà Foscari, definendomi anche (orrore!) “amico degli slavi massacratori degli italiani”; ignorando anche qua le stragi e le pagine “nere” (in tutti i sensi) commesse dal nazifascismo in epoche precedenti al doloroso periodo dell’Esodo, durante la nostra aggressione alla nazione confinante, nel 1940.
Il mio prezioso collaboratore, Lucio (useremo il suo nome di battaglia) ha pescato un delizioso cartone animato, che sintetizza perfettamente la posizione del Sarpi, le sua simpatie per la riforma luterana, che erano anche quelle di Venezia, all’epoca.
Il contatto napoletano mi scriveva:
L’Austria cattolica è seria appunto perché in essa è penetrato l’anticorpo luterano. Lo stesso vale per il Veneto e la Lombardia, i cui abitanti sono , in pratica, calvinisti quanto a valori etici del lavoro. E’ assolutamente fuori discussione che la “pagliacceria” dei popoli del sud Europa è dovuta alla pedagogia cattolica : un clero di professione, parassita ed inetto, è potuto sopravvivere solo piazzando nelle coscienze la guasta etica perdonista, indulgente e transigente.
I paesi del nord Europa sono più seri appunto perché protestanti.
Caro Amico, innanzitutto un grazie per questo riconoscimento “dell’etica del lavoro” che ci è propria, come anche ai Lombradi. Ma è anche diffusa nell’Emilia Romagna, e Tu sai bene era sotto il dominio papalino, all’epoca ben accetto alle genti del luogo. Lo dimostrano gli episodi di insorgenza a Rimini e dintorni, quando Napoleone impose la Repubblica cisalpina.
Forse le origini di un’etica diversa per il lavoro e il senso di responsabilità collettiva risalgono ai liberi Comuni, al fatto che da noi ci scrollammo di dosso il feudalesimo, e ci governammo secondo antiche tradizioni, tramite le Corporazioni delle Arti e Mestieri: non avevamo un feudatario che disponeva dei nostri destini e sfruttava le nostre fatiche.
Certamente nel Veneto (la Venezia di Terra) il dominio veneziano (gradito a tutti noi in quanto garanzia delle libertà delle comunità che si autogovernavano) ebbe un’impronta anti papalina e Paolo Sarpi fu il precursore dello stato moderno. Ma non agnostico, Sarpi difendeva le radici cristiane.
Ma la strada da lui indicata non fu anticristiana, fu anticlericale. E quindi degli agganci con la riforma luterana in quel senso ci furono; Venezia nella sua lotta contro il potere temporale della chiesa, raccolse le simpatie di stati protestanti e della corte francese (come sai la chiesa gallicana era sotto controllo del re, come da noi dello stato veneto).
Il rapporto con la Religione fu più diretto ed autonomo, rispetto al resto della penisola, tanto che le comunità, fino al Concilio di Trento ed anche oltre, erano abituate ad eleggersi il parroco, nella tradizione antichissima mutuata dai “Consigli” o “Renghi” risalenti addirittura ai paleo veneti, in cui gli Anziani designavano alle cariche pubbliche dopo le votazioni dell’assembea, all’ombra del Sacro Tiglio. Paolo Sarpi, del resto, definì il Concilio di Trento come la tomba delle antiche libertà.
giuseppe-gatteri-1607-fra-paolo-sarpi-paladino-liberta-di-venezia. Dopo il suo ferimento.
Ecco quindi che i motivi dell’etica diversa hanno origini complesse e molteplici. forse affondano nell’inizio della Storia.
Mi auguro che in questa ottica, nella vostra possibile, ritrovata indipendenza voi Napoletani, riusciate magari a consegnare il potere supremo a una nuova dinastia, degna della grande tradizione borbonica. Perché se da voi per tradizione siete e sarete “monarchici” da noi siamo e saremo sempre “repubblicani” e questo ci distingue certamente.
Sotto trovate anche quello del breve cartone animato che sintetizza l’opera di Sarpi.
https://www.youtube.com/watch?v=Vpi22ZCMdYg
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