LO STRANO STATO VENETO NATO CON LE DEDIZIONI
Dopo la guerra di Cambrai con il congresso di Bologna del 1530 la Repubblica veneta riottiene il suo stato da tera fino all’Adda. ‘ un capolavoro politico. Di fatto, il dominio di Terraferma, assume la sua forma iniziale attraverso le “dedizioni”, che vedono territori e città contrattare in modo effettivo la loro dedizione a Venezia.
Si scopre così che la città stato è amata soprattutto dai sudditi più umili. E fu proprio nei giorni terribili dopo la sconfitta di Agnadello “che si rivelò l’attaccamento dei contadini alla Serenissima in netto contrasto con i vecchi padroni, cioè la nobiltà, legata alle tramontate Signorie e subito dichiaratasi per l’Impero… Fu una lotta curiosa, incredibile, partigiana, la quale basterebbe a dimostrare che, tra i vchi paroni feudali e i nuovi, i contadini avevano decisamente scelto Venezia. (Giuseppe Fiocco) .

Valsanzibio, giardini di villa Barbarigo
La Repubblica sostiene la modernizzazione dell’agricoltura per le terre incolte (1556), e i nuovi proprietari veneziani portano alle attività agricole un nuovo spirito imprenditoriale: il contadino non è più solo un servo della gleba ma un prezioso collaboratore,che accoglie le nuove culture (come il mais o il riso) realizzando una rivoluzione agricola che diventa pure alimentare.
E’ in questo contesto che sorgono le ville del Palladio, veri e propri centri agricoli, case-fattoria con una duplice funzione, come casa fondaco veneziana, e magazzino di merci.

villa Emo Capodilista
Tratto da “Atlante storico della Serenissima” di Giovanni Distefano