Luigino Tosatto & i suoi ricordi da bambino: “el ciclo dela legna”
“Ze mejo brusare un paese, pitosto che perdar na tradision“
Continuiamo la rubrica volta a riscoprire e valorizzare i mestieri ed usanze di un tempo con la speranza di accendere sopiti ricordi nel pubblico più anziano e di suscitare curiosità nel pubblico più giovane, buona lettura!
Si ringrazia l’autore Luigino Tosatto
A Casa mia, da mio nonno a mio padre, ed ora io, usiamo da sempre la legna dei nostri fossi, delle nostre rive per riscaldarci in inverno.
Porto avanti una tradizione famigliare, con orgoglio, con piacere, e perché me piaze el calor dea legna.
In primavera ci addentriamo nelle nostre rive:
Motosega, trattore, corda… tanto oio de gomito, tanta fatica.
Zaccc, tagliati, distesi… li abbiamo uccisi .
D’ altronde, ii alberi de riva fan questa fine , è il loro destino.
Sramati, recuperiamo il tronco e la ramaglia più grossa.
Tanto lavoro, ma ea fadiga pi’ granda ga ancora da rivar.
Dopo un paro de mesi, ammucchiate, eee legne me spetta .
Sega a nastro, se taia eee rame, se taia i tronchi; quei pi’ grossi i metemo da parte, gli aspetta il servizio d’ onore…..essar sbregai coa massa eee penoe.
Quanti colpi a vodo, quante volte el manego dea massa batte sol legno o sol fero dee penoe .
Na fadiga, tanta, ma si innesca una gara tra me, mio padre e mio figlio per vedere chi ne rompe de piii”’, chi riesce a sbregare i pezzi più nodosi, più cancari .
Aaa sera, skina bloccata, fame da lupi, doccia e in letto diretti…..Finiiii fa’ calsetti..
El grumo se fa’ grando, eee egne ze’ stae domate.
Carichemo el tutti sol rimorchio, eee potremo casa,,, me papà taca el ribaltabie,,,, et voilà, tutte casa pronte da intassarrr,.
Spigoi, laterali, tutto fatto ben, che non e casche, e ga’ da star là par un anno.
…….
Dopo ze’ riva’ el spaccasocchi, alta tecnologia, tanta fadiga de manco, el grumo cresssse pi’ in pressa, ea legna par pi’ tenera..
Ma non che ze’ pi’ ea gara in famiglia, non che ze’ pi’el sudore dea fronte …
Legna ghi no’ taiada tanta, de tanti tipi, alberi veci che gavea pianta’ me nonno, di cui mio padre prima di tagliarlo, me ne racconta la storia.
Roveri de 70 anni, uno spreco sbregarlo, iera da far toeoni, boni par un doman.
Il legno, l’ albero, quando nasce non sa’ quale sarà il suo destino, il suo uso, il suo utilizzo, il suo fine…
Sa’ solo che verrà tagliato, a malincuore…..
Potrà esser per sempre , o finire in cenere.
Dipende da ….
Da….
Quanta fortuna avranno..
Una risposta
[…] non ze’ tanto deee legne che Voio contarVe, (anca parchè ve o go za contà!) ma voio darghe onore e merito a SUA MAESTÀ… EA CUZINA […]