NAPOLEONE INVADE LA RUSSIA, COME HITLER, ED E’ STRAGE DI COSCRITTI VENETI.
IL BILANCIO OPPOSTO DI DUE OCCUPAZIONI, LA FRANCESE E L’AUSTRIACA.
DALLA RUSSIA, SU 70.000 UOMINI ARRUOLATI A FORZA (per la gran parte Veneti ) NEL REGNO D’ITALIA TORNARONO SOLO 207 UFFICIALI E 2.600 SOLDATI.
“E’ interessante notare che anche allora, in mancanza di ogni mezzo di informazione indipendente, le voci si diffondevano rapidamente ed erano veritiere. Ad esempio una circolare prefettizia del 1811 riferisce che “varie voci di una prossima guerra si vanno disseminando tra gli abitanti della campagna. Veramente si fa dura fatica a credere che esistessero tante persone malvagie che osassero disseminare voci così assurde di nuove coalizioni contro la Russia. …Certamente non è possibile immaginare voci più assurde di queste.”
E invece la campagna di Russia iniziava poco più di un anno dopo segnando la fine del Regno d’Italia e dell’impero napoleonico. sulle nevi di Russia… si concludeva il sogno imperiale di Bonaparte. L’anno successivo il genio strategico di un quarantacinquenne tenente generale di Stato Maggiore, il conte Radetzsky, costruiva a tavolino quel capolavoro di strategia che iniziato a Lipsia nel 1813 si sarebbe concluso a Parigi l’anno successivo.
Pochi giorni dopo la battaglia di Lipsia le truppe austriache occupavano tutto il Veneto (tranne la laguna) dando inizio alla “oppressione austriaca in Italia” secondo la visione risorgimentale.
Non è tema di questo articolo parlare della necessità o meno del processo di indipendenza e unificazione politica della penisola di cui furono protagonisti i Savoia e il loro primo ministro Cavour ed i suoi esecutori furono i generali che, nella quasi totalità, avevano prestato servizio nelle armate napoleoniche.
Trovo giusto però ricordare che secondo “il giornale della Società Francese di Statistica” l’occupazione francese delle Venezie del 1797 al 1814 causò un drenaggio economico di oltre 172 franchi oro che oggi, essendo ben vivo il problema delle scuse storiche e della restituzione di quanto asportato nei secoli scorsi dagli invasori, si potrebbe tentare di chiedere alla Francia affinché ci vengano restituiti.
I deprecato governo austriaco, a sua volta, nei cinquanta anni della sua presenza in Italia, spese nel Lombardo Veneto per opere pubbliche, strade, ferrovie, opere militari ben cinquecento milioni di lire di allora tanto che l’economista Valentino Pasini che di certo non era filo austriaco, si sentì in dovere , nel 1959, di scrivere un saggio in cui dimostrava che gli austriaci avrebbero potuto portare a pareggio il bilancio dell’impero solo abbandonando le province italiane che rappresentavano un pozzo senza fondo che ingoiava molto più di quanto queste davano in tasse, imposte e balzelli.
Andrea Kozlovic
Forse in quella campagna di Russia qualcuno trovò la voglia di non tornare a casa e si fermò da quelle parti, forse era originario di Costabissara (VI) e forse di cognome faceva Putìn…