OGGI PARLIAMO DELLE ‘CRAINE’, AFFINI ALLE ‘CERNIDE’ SOLDATI DI LEVA D’OLTREMARE
LE CRAINE
L’esercito veneto nel 700 presentava caratteristiche particolari, essendo composto da milizie professioniste, ma anche da cernide e da CRAINE. All’esercito professionale con ferma rinnovabile appartenevano i soldati di fanteria divisi in sedici reggimenti, la cavalleria e un reparto di artiglieria. A questi dobbiamo aggiungere dieci più uno di compagnie sciolte di oltremarini (considerati “soldati nazionali”).
Le cernide invece erano soldati di leva vera e propria, provenienti dal contado di terraferma, e man mano l’addestramento periodico per le “mostre” si andò trasformando dopo il 1787 in ferma paragonabile a quella dell’esercito professionale. Indossavano anche essi vero fine’700, le uniformi dell’esercito regolare, tranne forse per le milizie di confine quali erano i reparti dell’altipiano di Asiago e altri delle valli bergamasche.
Le Craine erano le milizie d’oltremare, provenienti dalla Dalmazia, e comprendevano quindi varie etnie come la croata, la serba e l’albanese. Organizzate in centurie a capo delle quali vi era un ufficiale dell’esercito veneziano, esse indossavano i panni nazionali, ed erano impiegate nella vigilanza dei confini, in azioni di guerriglia e contro guerriglia contro il turco.
Il nome deriva dal termine CRN che significa “confine” e per estensione guardia di confine.
L’armamento si deve supporre che fosse di tipo balcanico (ne abbiamo un esempio chiaro nella raffigurazione del “carabiniero” del Grevenbroch), e poteva comprendere uno slanciato fucile istoriato dal calcio molto ricurvo, una o due pistole, pugnale caratteristico chiamato “jatagan” di foggia turchesca, e una spada. Questa poteva essere l’immancabile “schiavona” veneziana o una specie di scimitarra anche essa di influenza orientale. Nella foto uno schiavone dalmatino appartanente a una craina.
Per la ‘mise’ nelle foto: ho ricostruito in base a stampe antiche, una specie di uniforme di fine Seicento, inizio Settecento, che comprende:
un gilet di panno blu con alamari corti gialli,
un berrettone floscio (li vediano in uso nei quadri del Canaletto a dalmatini, ma anche a pescatori della laguna e popolani) ornato da un bottone di pelo che fa da base a tre penne di uccelli simboleggianti la Trinità (si ribadiva un tempo di esser cristiani con orgoglio, in contrapposizione al Turco che premeva sui confini della Dalmazia ),
brache aderenti, con laccioli sui polpacci
stivaletti in pelle non lavorata. Con immancabile pipa di terracotta smaltata 😉
Armamento leggero con pistola di fine seicento, jatagan, e immancabile spada schiavona, fabbricata all’epoca, nel bellunese. Fornimenti del fodero in ottone.
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