QUALCHE COSA SUI CAPPELLETTI, CAVALLERIA DALMATINA IMPIEGATA DA VENEZIA
Ho trovato a suo tempo queste meravigliose illustrazioni di un disegnatore croato, che illustra un cavaliere della rima metà del ‘700. Serve a rendere l’idea dei “Cappelletti” che servirono fedelmente Venezia, in epoca successiva agli Stradioti (di etnia greco albanese) in compiti di pattugliamento dei confini, in operazioni anti banditismo, e come scorte per le autorità venete.
Nella prima illustrazione vediamo un “cappelletto” come poteva essere a fine Cinquecento, inizio del Seicento.Fucile e pistoloni con meccanismo a ruota, una sciabola, dato che la schiavona comparirà a inizio Seicento. Il rosso cremisi era molto spesso presente nelle vesti.
Le immagini bellissime non sono esaustive, dato che nel 1600 almeno, essi avevano in dotazione in battaglia, anche una corazza leggera.E
Eccolo, visto da dietro, con i caratteristici baffoni, il piccolo cappello che ne indicava a colpo d’occhio l’etnia slava, e l’immancabile schiavona, dai primi del Seicento. Le spade erano tutte prodotte a Belluno che ne esportò tntissime anche all’estero, specie in Scozia.
Di epoca risalente alla prima metà del Settecento, questa immagine: lo scudo rotondo è retaggio di epoche più antiche. Direi di considerarlo come ornamento da parata, ormai- Le pistole sono ora a pietra focaia. La maglia di ferro sul petto, sostituisce la vecchia corazza ed è ancor autile per ripararsi dai ccolpi di sciabola dell’avversario.
Continuando con le mie ricerche, mi sono poi imbattuto nel ‘modello’ originale, Uno stupendo cavaliere di Sinj allora cittadina ai confini della Dalmazia veneta, che sostenne ai primi del Settecento, un memorabile assedio degli Ottomani, alla fine riuscendo a sconfiggerli. Ogni anno questa gente fiera, ricorda le gesta dei loro antenati, avendone conservato le uniformi e le armi.
Ecco la loro maniera particolare di portare il fucile, proprio anche agli Oltremarini, dato che l’arma era priva di tracolla. Alla cintura larga, di cuoio, erano appoggiate due pistole e il coltellaccio chiamato Jatagan, il cui manico era formato da un osso di agnello.