Rosso veneziano
I tintori di stoffe si dividevano in tre classi: di sete, di fustagni, di tele e si raccolsero in confraternita sin dal 1380. Le botteghe dei tintori erano sparse per tutta la città e per la stenditura dei panni venivano destinati vasti spazi di terreno chiamati “chiovere“.
Quest’ arte era posta sotto la sorveglianza di consoli e mercanti e le leggi la volevano esclusivamente riservata ad operai veneziani. Si indicavano i mesi per preparare le misture dello “scarlatto” e per il “vermiglio” e si vegliava per bandire le frodi affinché le tinte ne uscissero perfette.
Venezia fece cosí del rosso una sua caratteristica e più tardi, nel 1700, questo colore iniziò ad essere presente nell’ intonaco di molti edifici, anche se in una tonalità più scura dello scarlatto; risale a quel tempo, e a questa particolare tonalità, la definizione di “rosso veneziano“.