SCHIO IERI COME OGGI, IL DISTRETTO DEI LANIERI
Ivone Cacciavillani
Tipico esempio esponenziale di laboratori per conto terzi installati anche nelle case dei contadini, può ravvivarsi in Schio, nella vicentina, all’epoca del dominio marciano, per lavorazioni specializzate, il ferro e la lana.La lavorazione del ferro per via delle miniere, allora ricche ed intensamente sfruttate, e la roggia che faceva funzionare i magli e le fucine.
Altrettanto importante sul piano socio-economico,ma molto più sotto il profilo storico per l implicanze politiche che comportò, era l’attività laniera molto diffusa nell’intero vicentino ma con la massima concentrazione a Schio.
“Verso la metà del Quattrocento l’arte della lana raggiunse la sua massima espansione. Dalle officine dove era praticata, escono annualmente oltre 30mila pezze di panni alti e 30mila di panni bassi. Il sistema dei privilegi incrociati che priva i Distretti del diritto di fabbricare stoffe della migliore qualità, riservato in primis a Venezia e poi ai borghi murati, accelera e incrementa il modo di afflusso di genti esterne verso la Città (Venezia) fatta teatro,verso la prima metà del Quattrocento di una piccola invasione di elementi campagnoli e anche stranieri.
La fratarea Lanariorum vantava, sui primi del Quattrocento almeno settemila iscritti distribuiti in varie specializzazioni.
Ndr. In questo quadro propizio si inseriva l’opera imprenditoriale del N.H. veneziano Nicolo’ Tron che a Vicenza importò nuove tecnologie dall’Inghilterra, in cui era stato ambasciatore. Ne abbiamo già parlato ampiamente nel blog “Dal Veneto al mondo” in un paio di articoli. Lasciava i suoi laboratori aperti al pubblico, perché altri imparassero e lo imitassero. Personaggio straordinario, di cui nessuno parla ai nostri studenti veneti. Ecco la sua statua a Prà della Valle di Padova.
Una risposta
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