SE VENEZIA AVESSE ANNESSO L’ITALIA? Il concetto di stato veneto.
Ve lo siete mai chiesti come sarebbe lo stivale, se non ci fosse stata la guerra di Cambrai a fermare ogni tentativo di espansione della repubblica marciana? Quella guerra, che vedeva il papa alleato di mezza Europa nel tentativo di bloccare i veneziani, che si eran spinti persino in Romagna, pose termine a ogni velleitarismo interventista degli stessi nel palcoscenico italiano, ma siamo certi che l’unità della penisola, realizzata da Venezia sarebbe stata molto simile a quella che si è compiuta in Svizzera, ad esempio.
Ogni città nel commonwealth di san Marco era riconosciuta come Nazione, nazione veronese, padovana bellunese, e via elencando fino alle realtà più piccole, quali erano ad esempio i “Cimbri” dell’Altipiano di Asiago. Venezia difendeva le identità dei suoi popoli, e quello che per certi storici fu un difetto, cioèla rinuncia a creare uno stato a impronta moderna, con una nazione governata da leggi comuni, da Lodi all’Albania veneta, e che magari fosse obbligata a parlare in un’unica lingua, come in Italia succede oggi tranne poche fortunate eccezioni, per Venezia era un vanto.
Nelle mie ricerche storiche mi colpì un giorno leggere che il “Savio alla scrittura” (il ministro della difesa di allora) emanasse un richiamo alla truppa oltremarina, perché nel Settecento, molti di loro, con la divisa da caserma, invece del loro tradizionale copricapo etnico, indossavano il tricorno, seguendo la moda dell’epoca. E ho poi notato che gli schiavoni oltremarini sulla giberna, non portavano il leone marciano. Non credo fosse per caso… Credo invece che i saggi governanti di allora non volessero imporsi in alcun modo, neanche attraverso i simboli, se non nei momenti e luoghi strettamente necessari.
Questo ci dà un’idea di uno stato multi etnico che si reggeva sulla tolleranza reciproca ferme restando le accettazioni di regole imprescindibili, quali la fede cristiana e il contributo alla comune difesa verso ogni tentativo di invasione esterna. Questo realtà fatta di diversità non poteva certo accettare di esser invasa, pacificamente o non, da popoli alieni ai valori dell’occidente di allora e di religione islamica. Questo lo dico a scanso di equivoci.
Quindi quella era una società plurale, ma con una unica bandiera, che non aveva certo a che fare con i colori dell’arcobaleno. Ricordo anche che una cittadina abitata da gente dedita alla pirateria, sulla costa dalmata, chiese più volte di esser annessa a Venezia, ma da questa fu rifiutata, dati i precedenti poco raccomandabili. Insomma: porte aperte, ma dopo attento esame!
Ai tanti amici veneti che sventolano con giusto orgoglio il gonfalone, un invito quindi a ricordarsi che la Nazione Veneta, non era certo basata sul concetto granitico di un popolo con un unico Dna, ma si basava sulla diversità di genti e lingue e i suoi valori proprio per questo divennero UNIVERSALI fino ad arrivare ai giorni nostri. Quei valori che l’italia unita ha perso, diventando una italietta qualsiasi nel momento in cui ha cercato di cancellare la diversità culturali dei popoli italiani, che avevano fatto nascere, dopo il Medio Evo, quel movimento chiamato Rinascimento che cambiò l’Europa intera, e di cui Venezia fu una delle protagoniste. E non sono io a notarlo lo fece nell’Ottocento un personaggio del calibro di Dostoevskij.