Stendardo turco a Palazzo Ducale.
Di recente è tornato sull’architrave di una delle Sale dell’Armeria di Palazzo Ducale, dopo il restauro a cura dei Musei Civici Veneziani, il busto di Sebastiano Venier.
Pregevole marmo, opera del 1608 e dono alla Repubblica dello scultore Alessandro Vittoria, in ricordo della battaglia di Lepanto.Un altro busto, un bronzo di Tiziano Aspetti, celebra il Venier in una delle Sale dell’Armeria, in mezzo ad armature, elmi gorgiere, accette, balestre, archibugi e armi di ogni genere. Molte di quelle conservate nelle Sale II e III sono armi o munizioni di navi turche, testimoni di tante vicende della secolare storia della Serenissima.
”Sala II. Anche in questa sala campeggia un cimelio turco: è uno stendardo triangolare conquistato durante la celeberrima battaglia di Lepanto del 1571. Decorato da una bordatura su cui sono stati ricamati dei versetti del Corano, presenta al centro un’iscrizione che rende omaggio ad Allah ed al suo profeta Maometto. ”
E’ la descrizione della Sala II dell’Armeria di Palazzo Ducale, presente sul sito http://palazzoducale.visitmuve.it/it/il-museo/percorsi-e-collezioni/armeria/ . E questo è lo stendardo sopra descritto, del quale parlano anche Wikipedia e altre pubblicazioni e libri.
Avendo visitato più volte Palazzo Ducale in anni ormai passati, conservo perfettamente il ricordo del tessuto verde e dei ricami dorati. Un pregevolissimo oggetto, non solo per il valore storico e simbolico che riveste, viene maldestramente occultato alla vista dei visitatori. La gran parte dei quali, attratta da altri cimeli quali la cintura di castità esposta in una delle vetrine, non si cura di quello strano aggeggio, lungo una decina di metri, che sovrasta le teste.
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Per una ben singolare scelta si è deciso che un cimelio di tale importanza(e bellezza) non possa essere ammirato da chi visita Palazzo Ducale, quasi che la vista fosse in grado di turbare, offendere o far risentire qualcuno. Sempre che il vessillo con la mezzaluna in quella ”custodia” ci sia ancora.
Si può suggerire di aggiornare il sito dei Musei, completando la descrizione della Sala con nome e cognome del valente falegname, autore del notevole manufatto ligneo appeso alle travi ed epoca dell’opera.